Zone distretto, via libera all’Aretina, al Casentino e alla Valtiberina

Firenze – La Giunta regionale dà il via libera alle tre zone distretto riperimetrate in provincia di Arezzo: “Aretina”, “Casentino” e “Valtiberina”. Rimangono, invece, invariate la “Valdarno” e la “Val di Chiana Aretina”.

E’ quanto è stato deliberato all’unanimità su proposta degli assessori regionali al sociale Serena Spinelli e alla salute Simone Bezzini. La proposta di modifica della zona-distretto “Aretino-Casentino-Valtiberina” dell’Asl sud est, nata in seguito alla legge regionale 11 del 2017, è ora al vaglio del Consiglio regionale.

La delibera, approvata lunedì scorso 26 luglio, fa seguito alla richiesta sollecitata dai sindaci dei Comuni della zona-distretto “Arezzo-Casentino-Valtiberina”, che da tempo hanno evidenziato la necessità di tenere conto delle peculiarità del loro territorio, e anche da uno specifico atto di indirizzo del Consiglio regionale.

“Pur confermando la validità dell’impianto organizzativo regionale definito dalla normativa vigente – dichiarano Spinelli e Bezzini – nella realtà aretina si è manifestata, da tempo, una sofferenza territoriale alla quale era il momento di rispondere, affrontando le criticità manifestate dagli enti locali e rappresentate anche in Consiglio Regionale, al quale ora spetta pronunciarsi in via definitiva”.

Le zone-distretto
La zona-distretto è l’ambito territoriale ottimale per valutare i bisogni sanitari e sociali delle comunità e per organizzare ed erogare i servizi delle reti territoriali sanitarie, socio-sanitarie e sociali integrate.
Le zone-distretto sono individuate con deliberazione del Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, previo parere della Conferenza regionale dei sindaci, nel rispetto delle zone disagiate, delle zone montane, di confine e insulari, della loro identità territoriale, delle esperienze socio-sanitarie maturate e consolidate, anche in ragione del rapporto fra dimensioni elevate del territorio e scarsa densità abitativa.
La zona distretto è il livello di organizzazione delle funzioni direzionali interprofessionali e tecnico-amministrative delle reti territoriali sanitarie, socio sanitarie e sociali integrate.
Tenendo conto delle risorse messe a disposizione dalle Asl e dai Comuni, organizza e gestisce la continuità e le risposte territoriali della integrazione sociosanitaria, compresi i servizi per la salute mentale, per le dipendenze e per la non autosufficienza. Nell’ambito territoriale della zona-distretto l’integrazione socio-sanitaria è realizzata attraverso la società della salute o mediante la stipulazione della convenzione socio-sanitaria fra l’Asl e i Comuni.
Sempre la zona-distretto, sulla base degli obiettivi e delle risorse messe a disposizione dall’Asl, nel rispetto degli atti di programmazione locale, governa, sulla base dei protocolli di cura e delle indicazioni dei bisogni espressi anche dalla medicina generale, i percorsi per le cure primarie, per la specialistica territoriale, per l’attività dei consultori e la continuità assistenziale ospedale-territorio.

 

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