Zoé e Bakunin, riscoperta la straordinaria storia di una principessa anarchica

Firenze – Personaggi storici  che sembrano uscire da un feulleton . E , in effetti,  la protagonista  del recente   libro di Lorenza Foschini, Zoé la donna che incantò  Bakunin  ha ispirato  Anna Karenina di  Tolstoi ,  la contessa  di Casamassima di Henry  James  e Madame de S.  l’accesa rivoluzionaria di  Con gli occhi dell’Occidente  di  Conrad.

Questa accurata, appassionante ricostruzione storica della giornalista e scrittrice  Lorenza Foschini   ha utilizzato preziose fonti di prima mano (dagli Stati Uniti alla Russia, diari, lettere,  testimonianze di coloro che frequentarono la principessa) mostrando  che  Zoé  (Zoja)  Obolenskaja moglie del   governatore di Mosca aveva tutte le caratteristiche  dell’eroina romantica del XIX secolo.  Ma  possedeva  un più forte spessore  intellettuale e un carattere  determinato, in linea con il motto della sua famiglia  “Avanti tutta!”  

Le lunghe  ricerche dell’autrice, le fortunate scoperte calamitano il lettore in una sorta di “caccia al tesoro”  ,con i suoi fattori d’imponderabilità.  Quella che emerge   è una narrazione agile e con un  particolare  gusto descrittivo.  A cominciare dalle pagine che  ci  trasportano in quell’estate del 1866 quando nell’incanto di Napoli e di Ischia  avvenne  l’incontro tra la  colta  e affascinante  Zoé ,appartenente alla più alta aristocrazia russa  e immensamente  ricca con il famoso  rivoluzionario  che era stato per anni rinchiuso nelle prigioni dello zar ed era poi fuggito dall’esilio in Siberia in modo rocambolesco. Attorno a loro un continuo andirivieni di  ex garibaldini, mazziniani, delusi da come si  sono conclusi i moti risorgimentali, di propugnatori della rivoluzione sociale.

Lorenza Foschini  descrive accuratamente lo scenario  tipicamente ottocentesco  nel  quale, tra picnic passeggiate,  gite in barca, Bakunin,  costantemente   assistito da  un’ammirata  Zoé  getta le basi del pensiero anarchico. I due sono protagonisti indiscussi di quelle giornate, mentre gli altri ospiti, a cominciare dalla moglie di Bakunin, Antonia, restavano in secondo piano.

Zoé   finanziò  le sue  iniziative  dove ebbe una parte  sempre più attiva.  Ma  non fu il vezzo di un’aristocratica annoiata e  nemmeno  quell’opzione intellettuale tipica  di molti nobili illuministi.  Fu una scelta di vita che sconvolse  la sua esistenza, i rapporti familiari,  che la portò dal gran lusso ad  una condizione  più che modesta. Ma la sua  passione   sociale  non poteva appagarsi della beneficenza  nei quartieri più  poveri di Napoli.

Inoltre, l’adesione alle  posizioni più radicali del pensiero  politico  fu  una scelta  prioritaria  che trasmise ai figli e a coloro che la frequentavano.   Vent’anni  più tardi  un’altra grande aristocratica, l’ex regina di Napoli  Maria Sofia,  nel suo esilio di Saint Mandé si circondò di esponenti dell’anarchismo e del socialismo rivoluzionario  ma il trait d’union era la comune  ostilità per i Savoia e la speranza di riacquistare il trono perduto.

Per   Zoé  non c’erano posizioni strumentali  né sete di potere.  All’inizio  fu  affascinata  dal  leggendario  rivoluzionario  dall’oratoria travolgente. Lo finanziò e gli fu accanto   mentre Bakunin elaborava  la summa del pensiero anarchico.  Ma affrancandosi  da quella che poteva sembrare   un’infatuazione  amorosa  o intellettuale  Zoé  si “conquistò”  una posizione autonoma , finì per prendere la distanze anche da Bakunin   e  assunse  una propria, riconosciuta leadership tra i fuorusciti russi e  tra gli esuli anarchici in Svizzera e  in Francia.
Come è nata l’idea dei questo libro?

“Facendo delle ricerche su un noto matematico napoletano, Renato Caccioppoli mi sono imbattuta in suo nonno Michail Bakunin, l’ aristocratico rivoluzionario, principale esponente del movimento anarchico. I biografi raccontano che gli anni 1865-1867 passati tra Napoli e Ischia furono i più  felici della vita movimentata e errabonda di Bakunin che, per la prima volta privo di affanni economici, poté raggiungere la piena maturità del suo pensiero. Questa breve serenità – spiegavano- era dovuta alla presenza accanto a lui della moglie del governatore di Mosca, la ricchissima principessa Obolenskaja. Solo poche righe, ma che hanno acceso la mia curiosità. Ho dovuto fare molte ricerche perché nessuno conosceva Zoé, ma alla fine sono riuscita a restituire la sua memoria”.

Zoé e  Bakunin:  un sodalizio che non  divenne  una storia d’amore?  

“Zoé e Bakunin non furono amanti. Sul rivoluzionario russo correvano molte voci sulla presunta impotenza. Ma in realtà l’unica passione di Michail era la rivoluzione. Nonostante ciò i due, entrambi russi, entrambi aristocratici, furono legati da una amicizia e un sodalizio che influenzò e cambiò le loro vite per sempre”.

Sembra un romanzo; invece è  una storia drammaticamente vera  che  segnò profondamente  Zoé..     Ma  questo rapporto  quanto influì su  Bakunin?

“Zoé ebbe su Bakunin un effetto benefico non solo perché lo sollevò dalle difficoltà economiche in cui il rivoluzionario si dibatté in tutta la sua vita, ma perché gli diede la serenità necessaria per portare a compimento il suo pensiero anarchico. Dopo la partenza della principessa per la Svizzera, Bakunin ripiombò nella miseria più profonda”.

Qual è  il carisma che fece di Zoé  non solo una donna avventurosa, intrepida ma un personaggio straordinario?

“Zoé deve molto a Bakunin che le insegnò il valore supremo della libertà.  La principessa Obolenskaja tenne testa al marito, al padre e allo zar, proprio perché consapevole di non essere, in quanto donna, subalterna a nessuno. Non solo, arrivata in Svizzera, si emancipò persino da Bakunin, assurgendo lei stessa a leader. Per questa sua realizzazione pagò un prezzo altissimo, perse il suo patrimonio e i figli, ma non tornò mai indietro”.

Foto: copertina, Napoli nell’800 (http://www.vesuviolive.it/vesuvio-e-dintorni/notizie-di-napoli/46998-video-come-era-napoli-dallunita-ditalia-agli-anni-20/) 

 

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