Youth di Sorrentino: l’arte di Fellini in un mondo postmoderno

Firenze – Youth, l’ultimo film di Paolo Sorrentino,  può essere considerato il continuum de La Grande Bellezza, è un’opera complessa che riflette sull’arte e la vita in una società postmoderna, scegliendo uno stile barocco. Fred e Mick sono due amici, nonché consuoceri, in vacanza in un hotel di lusso sulle Alpi Svizzere. Fred (Michael Caine)  è un direttore di orchestra in pensione, Mick (Harvey Keitel) è un anziano regista che sta lavorando al suo ultimo film con un gruppo di attori. Fred viene raggiunto dalla figlia che è appena stata lasciata dal marito, il figlio di Mick, che ha trovato una giovane amante. Fred è un padre distaccato che vive da molti anni senza la moglie, è un famoso musicista in pensione che non accetta neppure l’invito di dirigere un concerto per la regina d’Inghilterra.

Ne La Grande Bellezza tema centrale del film era la società dello spettacolo, qui invece al centro c’è il film nel film. Entrambe le opere dissolvono la forma narrativa per cercare, al di là della rappresentazione, un immaginario visionario e iperreale. In Youth i personaggi non sono funzionali al plot, ma, al contrario, vengono smascherati e mostrati al pubblico come divi del cinema. Fred e Mick sono Keitel e Caine; durante il film la loro recitazione fa rivivere, tra citazione e umorismo, i personaggi che li hanno resi noti al pubblico. Fred e Mick sono i protagonisti di un film che riflette sul cinema e sull’estetica della finzione. La vecchiaia e il disincanto di due ricchi e noti artisti ormai sul “viale del tramonto” si accompagnano al loro fallimento sentimentale ed emotivo. Sono due padri egoisti ed egocentrici che nel grande hotel svizzero si parlano in un’atmosfera rarefatta e onirica, avvolti da immagini ‘coreutiche’ di corpi che danzano e mostrano una giovinezza e una fisicità che essi hanno ormai perduto.

Sorrentino utilizza uno stile barocco, per mostrare un’epoca della decadenza. La vecchiaia e la paura della morte serpeggiano in tutto il film. Fred , mentre l’amico cerca la fine, troverà il coraggio per dirigere ancora un concerto. L’arte rilancia la vita contro e oltre la morte. Il film nel film permette a Sorrentino di mostrare una carrellata di personaggi apparentemente secondari che passano come personaggi reali e al contempo quasi surreali, rompendo il tempo congelato nel presente dei due protagonisti, in fuga dal passato e spaventati dal futuro: i figli, i collaboratori segnano il passaggio del tempo.

Youth ha uno stile originale e gli attori sono bravissimi. Quello di Sorrentino è un cinema che prosegue in modo personale la grande arte di Fellini in un mondo postmoderno, ma, a differenza di un film come Il divo e in parte anche a differenza de La grande bellezza, ancora debitori dell’estetica del postmoderno, La giovinezza raggiunge una forma audiovisiva nuova, aperta e sperimentale.

 

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