Working poors, la nuova faccia dell’emergenza abitativa

Firenze –  Sfratti in calo, mercato immobiliare in ripresa per il quarto anno consecutivo, segnali di ripartenza anche nel settore costruzioni. Non solo. I dati sul panorama casa emersi ieri nel corso dell’incontro in occasione del VII Rapporto sulla condizione abitativa in Toscana, redatto dall’Osservatorio Sociale Regionale (OSR) in collaborazione con il Settore politiche abitative della Regione, fa il punto anche su domande e assegnazioni degli alloggi Erp. E anche in questo caso emerge una “sorpresa”: infatti sono calate le domande di accesso al bando pubblico. Nel 2018 si registra un calo del 16,1% delle domande presentate rispetto al 2017 (- 18,9% per le domande ammesse). Un dato ancora più significativo se confrontato con quello del 2015 (-27,4% per le domande presentate e -32% per quelle ammesse).   

Tirando le fila, sfratti in calo, domande di accesso al bando Erp pure, sembra che l’emergenza casa sia diventata più leggera. Ma che non sia così lo dicono sia l’assessore Ceccarelli, che ieri ha presentato il Rapporto, sia Laura Grandi, segretaria del Sunia Toscana. Il primo, proponendo i dati sulla povertà assoluta e diffusa, che vede un avanzamento in tutti e due i campi, sebbene la Toscana resti sotto alla media nazionale, la seconda andando a sviscerare i dati presenti nel rapporto. 

“Che gli sfratti siano in calo (diminuiti nel 2017 sia nelle richieste (10.614; -12,3%), che nei provvedimenti (4.276; -7,3%) e nelle esecuzioni (3.194; -6,9%, ndr) – spiega Grandi – non è certo una sorpresa per il Sunia, dal momento che, dopo il picco del 2014, avevano già annunciato che gli accessi con forza pubblica erano ormai destinati a scendere, dal momento che ormai la locazione per i residenti è diventata un miraggio. Ciò a cui assistiamo, sono gli ultimi fuochi rispetto ai vecchi contratti  “classici”. Gli affitti ai residenti infatti ormai riguardano una nicchia pari al 20,30% dell’offerta complessiva, divorati da fattori esterni come, in primis, le locazioni turistiche. C’è da verificare, per una controprova, se nelle aree di cintura sono aumentate le richieste di esecuzione degli sfratti, come sembra, anche se per dare dati sicuri aspettiamo le risultanze del 2018. Il problema vero è che questo calo degli sfratti è frutto di fattori esterni, non di interventi della politica. L’insostenibilità dei canoni per i residenti è un fatto grave a cui finora non è stata data risposta sufficiente. Questa diminuzione dunque non ci stupisce, ma ci preoccupa”.

L’emergenza dunque rimane, ma si fa più sottile, diffusa, si nasconde, si sposta. Anche la diminuzione delle domande di accesso al bando Erp è un segnale inquietante, visto dal sindacato. “La diminuzione registrata dai dati – continua Grandi – non va, secondo noi, verso un miglioramento, in quanto è dovuta a fattori che non illustrano un “miglioramento” nella situazione economico sociale delle famiglie, ma alla “stretta” sui requisiti dovuti alla legge 41/2015, che si dimostrano vessatori in particolare per i cittadini stranieri e non solo. Intanto, il requisito della residenza continuativa per 5 anni nel comune, ma anche la necessità di certificare di non avere altre proprietà immobiliari nel paese di origine. La certificazione è pressoché impossibile per molti paesi, dura sei mesi, deve essere fatta per ciascun membro del nucleo famigliare”. Insomma l’opera di scoraggiamento avverrebbe a monte, tanto da convincere molti a non presentare neppure domanda. Altro esempio, quello delle giovani coppie, per le quali l’Isee richiesto è quello del nucleo famigliare di origine, il che significa per molte il fatale sforamento del tetto previsto dalla legge. 

“Di fatto, ci troviamo di fronte  a un calo delle domande mentre l’emergenza cresce”, dice ancora Grandi. 

Ma riprendiamo in mano i dati, questa volta sulla società toscana: a fronte di notizie positive,  quelle che riguardano i potenziali fruitori di edilizia popolare sono scoraggianti. Infatti, se nel 2017 la Toscana presenti un sia pur leggero aumento il tasso di occupazione (dal 65,3% al 66%) e di diminuzione della disoccupazione (dal 9,5% all’8,6%), tuttavia ci sono circa 53mila famiglie che vivono in povertà assoluta. L’incidenza della povertà relativa è del 5% con riferimento alle famiglie. E se l’incidenza delle spese per la casa è diminuita rispetto al reddito delle famiglie, questo non è vero per le famiglie povere, per cui la spesa per la casa rimane la principale voce del bilancio. “La casa è l’elemento principale che impoverisce queste famiglie – aggiunge Grandi – famiglie che lavorano e guadagnano ma rimangono povere. Così  il reddito non permette loro di stare sul mercato della casa. Insomma i costi dell’abitare, a fronte di stipendi insufficienti, producono una situazione purtroppo molto comune, che è la nuova faccia dell’emergenza abitativa”. Puntualizzando, sono i working poors, ormai, la fetta crescente e sempre più senza risposte dell’emergenza casa, “abbattuti”, nei loro scarsi redditi, fino alla soglia della povertà relativa ma spesso assoluta, dai costi dell’abitare. 

Un’altra sorpresa, che si pone nel campo di false strumentalizzazioni rendendole vane, è quella che riguarda la domanda “a chi vanno le case?”. Prima agli italiani, almeno in Toscana: nelle domande ammesse i nuclei italiani risultano i principali (58,3%), crescono nel primo 20% delle graduatorie (66,3%) e in corrispondenza delle assegnazioni (77,4%). I nuclei di cittadinanza straniera sono invece mediamente in graduatoria più bassa rispetto ai nuclei italiani. Nel primo 20% delle graduatorie sono il 33,7%; nelle assegnazioni effettive il 22,6%. Nel complesso, l’88,4% degli assegnatari degli alloggi pubblici è di cittadinanza italiana. Un quinto degli assegnatari ha in famiglia un soggetto invalido. I nuclei unipersonali sono 12.516, poco più di un quarto del totale. Negli ultimi bandi generali dei Comuni per alloggi Erp sono state presentate complessivamente 21.888 domande, di cui 17.669 ammesse.

Ed ecco una breve scheda dei punti principali emersi ieri:

L’edilizia residenziale pubblica in Toscana
In Toscana esistono attualmente 11 soggetti gestori del patrimonio Erp, che gestiscono 5.904 fabbricati (oltre la metà dei quali costruiti in un periodo precedente agli anni ‘70) con 49.731 unità immobiliari.
C’è un alloggio popolare ogni 33,2 famiglie, per un totale di 47.088 nuclei familiari (il 3% delle famiglie residenti nella regione ed il 18% di quelle che vivono in affitto).

Gli alloggi
Nel 2017 realizzati o acquisiti 266 nuovi alloggi (+21 rispetto all’anno precedente). Attualmente ci sono 523 nuovi alloggi in costruzione, di cui 273 con consegna prevista nel 2018. Ad oggi ci sono 241 alloggi sfitti con lavori di manutenzione in corso, 535 appartamenti in attesa di manutenzione (lavori già finanziati) e 736 in attesa di manutenzione e dei relativi finanziamenti.
Il 93,1% degli alloggi è assegnato con regolare contratto di locazione, ma esiste anche un 1,6% occupato senza titolo o abusivamente.

Gli assegnatari
L’88,4% degli assegnatari degli alloggi pubblici è di cittadinanza italiana. Un quinto degli assegnatari ha in famiglia un soggetto invalido. I nuclei unipersonali sono 12.516, poco più di un quarto del totale.
Negli ultimi bandi generali dei Comuni per alloggi Erp sono state presentate complessivamente 21.888 domande, di cui 17.669 ammesse.
Nel 2017 sono stati assegnati 1.007 alloggi, 76 in più rispetto all’anno precedente. Il tasso annuo di soddisfazione delle domande si è attestato al 4,4%.

Il mercato immobiliare
Il rapporto 2018 sulla condizione abitativa in Toscana registra una leggera ripresa del settore delle costruzioni (+9,4% di nuove abitazioni nel 2016 rispetto al 2015), sebbene i dati siano ancora molto lontani dai livelli pre-crisi. Per il quarto anno consecutivo il mercato delle compravendite risulta in crescita (37.681 totali, +6,1%) e questo soprattutto grazie a due fattori: il calo, anche se lieve, delle quotazioni e la crescita del capitale medio erogato dagli istituti di credito (+8,6%, per un valore medio di 133.600 euro).

Gli affitti
I canoni di locazione si differenziano molto a livello territoriale: incrementi anche consistenti nei prezzi medi si registrano a Pistoia, Siena, Lucca, Livorno, Grosseto, Arezzo, mentre i canoni diminuiscono a Carrara e Massa e restano stabili a Pisa e Prato. A Firenze si registrano contemporaneamente diminuzioni e aumenti ai loro valori minimi e massimi.
E’ necessario ricordare che per il triennio 2016-2018 non sono state previste risorse nazionali per il Fondo sociale per affitto (ex L. n. 431/98), che è stato invece rifinanziato con 20 milioni di euro complessivi per il biennio 2019-2020. Dunque per il 2017 sono state disponibili unicamente le risorse regionali (4,8 mln) e comunali (5,4 mln), per un totale di 10,3 mln, in calo del 15,6% rispetto all’anno precedente.
Nel corso del 2017 sono state presentate 17.032 domande di contributo di affitto, di cui l’80% ha riguardato la fascia A, ovvero quella di maggior disagio economico.
Inoltre, nel corso del 2018, sono state ammesse a contribuo grazie a GiovaniSì, il progetto regionale per l’autonomia (anche abitativa) dei giovani, 681 domande (su 1,703 presentate). I beneficiari sono soprattutto persone singole o coppie (nel 17,6% dei casi con figli).

Il Fondo nazionale per la morosità incolpevole, che aiuta le famiglie sotto sfratto a causa di malattie improvvise o drastiche e imprevedibili perdite della capacità di reddito, nel 2017 ha toccato il minimo storico di finanziamento da quando è operativo (dal 2014). Le risorse destinate alla Toscana dal fondo nazionale sono state 1,04 mln di euro, circa un quinto di quelle del 2016. Nel 2017 hanno beneficiato del Fondo 410 soggetti (con morosità incolpevole legata, soprattutto, a licenziamenti e mancati rinnovi di contratti a termine), con un contributo medio erogato pari a 6.500€
Il Fondo sfratti della Regione Toscana, invece, per il 2017 ha goduto di 1,8 milioni ed ha aiutato 120 soggetti, coprendo circa l’80% della morosità accumulata.
I destinatari di entrambi i Fondi – nazionale e regionale – sono per lo più nuclei familiari con presenza di minori e/o soggetti in carico ai servizi sociali comunali o all’Azienda Usl.

Foto: Laura Grandi, segretaria del Sunia regionale e l’assessore regionale alla casa Vincenzo Ceccarelli

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