Innovativo decreto del Vescovo di Volterra, monsignor Alberto Silvani, che. preso carta e penna, ha deciso di stabilire norme ben precise a cui i parroci della sua diocesi dovranno attenersi nell’usare “diligentemente” l’uso delle campane. Da tempo ormai in Italia esiste una vera campagna contro l’uso “indiscriminato” delle campane a tutte le ore. Certo, ci sono campane e campane, nel senso che alcune, nel frastuono del giorno non si sentono nemmeno, altre che nel “silenzio” della notte o nella tranquillità della domenica mattina si sentono eccome, o altre, come quelle, ad esempio del duomo di Firenze, che pur essendo grosse, il loro suono è soave ed impercettibile, quasi ovattato. Il Vescovo stabilisce i tempi e la durata del suono delle campane, rivedendo e riformando le abitudini proprie di ogni paese e parrocchia. “Da tempo immemorabile – scrive il presule – gli orologi dei campanili scandiscono il tempo della vita cittadina e l’uso delle campane accompagna gli episodi lieti o tristi della comunità cristiana. La campana chiama a raccolta, avvisa di un incendio, saluta la nascita cristiana delle persone, amplifica la gioia per la celebrazione dei matrimoni, accompagna al cimitero i nostri morti. Ma l’uso più comune delle campane è quello di allietare le celebrazioni liturgiche: non si tratta solo di chiamare i fedeli, ma di contribuire al clima di festa”. Mons. Silvani ricorda anche come addirittura il Manzoni descriva “molto bene”, nei Promessi Sposi, l’uso delle campane a conclusione della notte insonne dell’Innominato. Il Vescovo ha le idee chiare: “la Chiesa intende tutelarlo e disciplinarlo, con attenzione alle odierne condizioni sociali e nel rispetto delle leggi civili e vigenti in Italia”. Queste le regole imposte dal vescovo di Volterra ai suoi preti: “Il suono delle campane è consentito solo per i seguenti scopi: indicare le celebrazioni liturgiche e le altre manifestazioni di preghiera e di pietà popolare, richiamare al mattino, a mezzogiorno e alla sera il saluto a Maria. Il suono delle campane sarà quindi consentito nei giorni feriali dalle ore 7 alle ore 20 – nei giorni festivi dalle ore 7.30 alle ore 20,30. Costituiscono eccezione la Veglia pasquale e la Notte di Natale. Gli eventuali rintocchi dell’orologio campanario dovranno essere limitati alle ore o, al più, alle mezz’ore, e non essere ripetuti. La durata del suono non deve mai superare i 2 minuti di orologio, che possono arrivare a 3-4 minuti nelle solennità. La durata per altri scopi non deve comunque superare i 30 secondi. Importante è anche l’intensità del suono che deve essere regolata agendo sull’eventuale amplificazione. Le campane non devono essere fonte di disturbo per chi ha necessità di riposo o per particolari categorie di ammalati”. Ovviamente deroghe possono essere concesse ad hoc, ma sempre e solo dal Vescovo. Addio dunque ai rintocchi degli orologi campanari ogni 15 minuti e soprattutto ai lunghi concerti di campane, almeno nella piccola diocesi di Volterra.
Franco Mariani