Le imprese emiliane si prendono la rivincita sul terremoto. Un anno dopo il sisma volano le esportazioni verso Indonesia (+64,6%), Brasile (+40,6%), Arabia Saudita (+31,5%) e Russia (+17,6%). Si tratta di un picco storico di crescita dell’export pari a +5,3%, al di sopra della media nazionale che si attesta sul +2,1%. Un giro d’affari che ha raggiunto i 10,5 miliardi di euro, mantenendo un buon andamento delle vendite anche verso mercati tradizionali come Germania e Regno Unito. Lieve flessione per la Francia (-0,5%), che resta il primo partner commerciale della Regione, e per la Cina (-11,9%).
Sono i numeri che emergono dal monitoraggio del servizio studi e ricerche di Intesa San Paolo, secondo cui 14 su 19 distretti hanno chiuso l’anno in positivo, trainati da alcune delle eccellenze di quella terra dove oltre il 65 per cento delle aziende è stato danneggiato: l’alimentare, la meccanica, l’abbigliamento. Nel quadro complessivo l’eccezione è il biomedicale, settore particolarmente colpito dal sisma dello scorso anno A Mirandola le esportazioni sono calate del 24,8 per cento. Un crollo delle vendite nei principali mercati di sbocco – Francia e Germania in testa – ha fatto precipitare il valore complessivo dell’export dei poli tecnologici emiliano-romagnoli dai quasi 83 milioni di euro ai 34,8 del terzo trimestre 2012. Nonostante questo, negli ultimi tre mesi dello scorso anno c’è stata una ripresa che ha riportato i livelli attorno a 81 milioni.