Vitòria (Brasile) – A Vitòria, capitale dello Stato brasiliano Espìrito Santo, continua la crisi aperta con lo sciopero della polizia militare. Giunti al quarto giorno del collasso della società civile cittadina, la situazione è ancora in alto mare. Franco Patrignani, esponenti di Inas – Cisl Brasile ha inviato a Stamp l’aggiornamento del suo racconto su quanto sta accadendo: “Questa è una situazione da manuale – dice ai suoi corrispondenti – Potrebbe essere il tema di esame di un caso o di un corso di formazione. Chi sono i soggetti, quali gli interessi in gioco, quali le strategie, le tattiche e le soluzioni possibili? Purtroppo, invece, è una realtà: una specifica realtà, in un contesto più ampio che la riflette e la influenza. E allora è una situazione tutta da seguire, cercando di non trascurare nessun elemento, indizio, riferimento per evitare di essere troppo di parte (o magari ingenui)”.
Vitòria – 8 febbraio 2017 – Nonostante il controllo dell’ordine pubblico sia stato assunto dai militari, la città continua a funzionare a ritmo ridotto. I trasporti pubblici sono rimasti bloccati per tutto il giorno. Le scuole, i servizi pubblici e quasi tutte le attività commerciali sono rimaste chiuse. Confermato lo stato di “coprifuoco”: i cittadini sono invitati ad uscire di casa solo per casi assolutamente necessari. È molto raro vedere persone che si muovono a piedi. E così siamo arrivati al 4° giorno di una crisi che ha fatto balzare lo Stato di Espírito Santo all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale.
Dalle prime pagine dei giornali e dalle notizie di apertura di tutti i notiziari televisivi, arrivano i primi dati, non ancora ufficiali, che parlano di oltre 90 morti e di ingenti danni al patrimonio. Nella giornata di oggi ci sono stati due pronunciamenti particolarmente significativi: quello del Governatore Paulo Hartung e quello di Dom Luiz Mancilha Vilela, Arcivescovo di Vitoria.
Sono stati interventi di segno opposto: durissimo il Governatore che è arrivato a paragonare gli scioperanti a dei sequestratori, perché hanno “sequestrato” la sicurezza dei cittadini capixaba, mentre il Vescovo ha riconosciuto la legittimità delle rivendicazioni e ha invitato tutti al dialogo. Di dialogo aveva parlato anche il Governatore che, nonostante la premessa, si è detto aperto a trovare una soluzione, ma a condizione che venga immediatamente sospesa l’agitazione e chiarendo che non ci sono i soldi per fare nessun adeguamento salariale.
Proprio in queste settimane il Governatore Hartung era stato oggetto di forti critiche perché aveva gestito in modo poco chiaro delle esenzioni fiscali concesse ad imprese amiche e a settori non strategici per l’economia capixaba. Il tentativo di aprire un canale di negoziazione avviato ieri sera tra familiari dei PM e Deputati di Espirito Santo, non è stato minimamente citato dal Capo dell’Esecutivo. Ma qualcosa sembra che ancora continui a muoversi tra quanti sono interessati a trovare una soluzione negoziata.
Ancora per domani, comunque, le scuole resteranno chiuse e, per rimettere in movimento le attività, molto dipenderà dal funzionamento dei trasporti pubblici. Gli autisti degli autobus da tempo oggetto di assalti e di atti di vandalismo in questa contingenza non intendono avventurarsi per strada senza la presenza di scorte disposte ad intervenire per la repressione di eventuali atti criminosi.
Non posso chiudere la cronaca di oggi senza fare almeno un accenno alla situazione nazionale. Il fatto più eclatante è stata l’indicazione di un nuovo componente del Supremo Tribunal de Justiça da parte del Presidente della Repubblica. Temer ha indicato Alexandre de Moraes, suo ministro della Giustizia (che in Brasile corrisponde al Ministro dell’Interno). Questa nomina, già di per sé abbastanza discutibile, è assolutamente clamorosa perché de Moraes andrà a ricoprire il posto rimasto libero dopo la morte del giudice Teori Zavascki, avvenuta alla fine di gennaio in un incidente aereo, ancora sotto indagine. Zavaschy nel Supremo Tribunale era titolare del fascicolo della “Lava Jato” (il processo “Mani Pulite” brasiliano) dopo che, grazie alle confessioni di imprenditori “corruttori pentiti”, la maggior parte dei deputati e dei senatori e le più alte cariche dello Stato erano entrate nella lista degli imputati. Temer compreso.
La ciliegina è data dal fatto che era appena stata fatta l’indicazione, che già i commentatori e i notiziari “ufficiali” assegnavano a de Moraes il fascicolo della “Lava Jato”. Una assegnazione che spetta, per legge, al Presidente del Supremo e che comunque era già stata risolta, solo due giorni prima, con l’indicazione di un’altro alto giudice: Facchin.
Estrema sintesi: l’incarico, con ogni probabilità andrà a de Moraes che è già pronto ad insabbiare tutto. Tanto già la “Lava Jato” ha compiuto la sua missione: screditare il PT e imputare i suoi esponenti più prestigiosi.
Franco Patrignani
Foto: TG La7