Firenze – “Ci batteremo per accelerare l’ingresso dell’Ucraina in Europa”. Non ci va leggero, il sindaco di Firenze Dario Nardella, rassicurando, dopo l’emozionante discorso del primo cittadino di Kiev Vitali Klitschko, ospite on line del consiglio comunale fiorentino odierno, che Firenze non verrà mai meno alla “sorellanza” con la città ucraina. “Voglio assicurare al sindaco Klitschko che la città di Firenze e tutte le città europee spingeranno con tutte le proprie forze perché si acceleri l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Noi non possiamo parlare a nome dei governi nazionali, ma possiamo parlare a nome di milioni di cittadini, di donne e uomini, che in modo democratico e libero ci hanno eletti”.
Commozione del sindaco e dei consiglieri, pr il discorso che il primo cittadino di Kiev ha lanciato a Firenze, sua storica gemella, e all’Italia.
“Ciò che sta succedendo in Ucraina è uno dei più grandi conflitti in Europa – dice – Si tratta di una guerra in cui muoiono migliaia di persone, con un grande numero di civili e le distruzioni colpiscono le città, nessuno di noi si aspettava una cosa del genere in un mondo moderno. E’ una grande tragedia per tutti noi, per 40 milioni di ucraini che desiderano solo la pace. Si tratta di avvenimenti tragici che hanno cancellato dalla faccia della terra diverse città, la città di Maryupol, in cui vivevano 3 milioni di persone, non esiste più, oltre l’80 % degli edifici è andato distrutto, a Karkhiv, oltre 1100 edifici sono andati distrutti. Anche il sindaco di Cernhiiv ha confermato che la metà della città è andata distrutta. Le città intorno a Kiev, Gostomel, Borodjanka, Irpin, non esistono più. Non abbiamo il numero esatto di quante persone sono morte perché non possiamo raggiungere i luoghi. Migliaia o decine di migliaia secondo le ultime stime. Quando un’abitazione civile viene distrutta, sono necessari giorni per capire quante persone vi hanno perso la vita. Non abbiamo ne’ tempo ne’ possibilità per capire quante persone son morte (sotto le macerie). Le città attorno a Kiev hanno visto numerose battaglie che ci hanno segnato nello spirito. Per le strade ci sono un gran numero di cadaveri e pezzi di corpi umani”.
“Non ci stupisce che Kiev fosse un obiettivo dei russi, la cattura della capitale. 82 edifici a diversi piani sono stati distrutti, oltre 100 persone morte fra cui 4 bambini. Sedici bambini sono negli ospedali, oltre 300 adulti hanno riportati traumi nei bombardamenti. Non riusciamo a identificare oltre 20 cadaveri. Questa guerra non ha un senso. Ho il compito di spiegarne le cause. E’ molto importante capire perché tutto questo è successo. Nel 2014 abbiamo manifestato la volontà di far parte del grande progetto europeo. Nella costituzione abbiamo un punto che parla di questo. Il nostro progetto non coincide con quello russo, che è un progetto di tipo imperiale”.
Punto fondamentale dell’intervento di Vitali Klitschko, il valore dell’interruzione dei rapporti economici con Mosca. “Voglio rilanciare un messaggio agli italiani. E’ necessario interrompere gli accordi economici e commerciali con le compagnie e le aziende russe. I soldi che in questo momento i russi ricevono vengono investiti nelle armi. Siamo consapevoli che i progetti russi non si fermeranno all’Ucraina , ma la ricostruzione del vecchio impero russo può andare verso altri stati come Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria”.
Ringrazia tutti gli italiani, il primo cittadino di Kiev: “Voglio ringraziare per il supporto, gli aiuti economici, politici, umanitari. Oggi vediamo che voi siete veramente i nostri amici. Le sanzioni che sono state adottate rappresentano uno strumento efficace, l’obiettivo è spingere la popolazione russa a dichiarare che la politica del loro Paese deve cambiare: non sappiamo quanto potrà protrarsi questa guerra, dipende dalle decisioni di un’unica persona, che si trova ora a Mosca, dipende da quella persona che ha dato inizio a questa guerra. Il popolo russo deve dire no a questa guerra”.
“L’intervento del sindaco Klitschko è stato molto commovente e molto forte – ha commentato Nardella, ricordando le molte iniziative che Firenze sta già attuando e dicendo che “continueremo fino a quando la guerra non finirà e anche oltre, impegnandoci fin da ora nel dare ogni supporto alla ricostruzione della nostra città sorella Kiev e di tutte le altre città ucraine”. Nel suo intervento il sindaco ha parlato anche degli aiuti messi in campo per aiutare la città di Kiev, annunciando che la Croce Rossa Italiana, nella raccolta attivata a Firenze, ha già raggiunto quota 100mila euro, mentre grazie all’intervento della Misericordia e di ITA Airways “stiamo preparando un aereo cargo per portare a Kiev, attraverso la base di smistamento di Leopoli, 12 tonnellate di beni di prima necessità”.
Per l’accoglienza nel territorio fiorentino, il sindaco Nardella dice che “grazie alla collaborazione dello Stato italiano e della prefettura, con il coordinamento della Regione, oggi nell’area metropolitana fiorentina contiamo 1.343 rifugiati scappati dalla guerra in Ucraina. Di questi 565 sono minori, molti sono bambini piccoli; 171 di questi sono già ospitati nei centri di accoglienza Cas, mentre più di 400 sono negli alberghi di prima accoglienza in attesa di essere inseriti nei Cas”.
“Continueremo con le nostre città, italiane ed europee, a creare una rete di supporto sempre più organizzata – ha aggiunto il sindaco -. Eurocities ha già stabilito un contatto con la commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson, con la quale vogliamo condividere una piattaforma per garantire quanti più aiuti possibili ai rifugiati ucraini e supportare le città dei Paesi confinanti, in particolare Polonia e Romania per assorbire il peso impressionante dell’arrivo dei profughi, che in Europa si avvicina ai 3 milioni e mezzo di persone”.
“Come ha detto il sindaco di Kiev – ha concluso Nardella -, questa non è una guerra tra due popoli, ma è una guerra di un governo contro un popolo. Per questo capiamo la difesa che il popolo ucraino e i cittadini di Kiev continuano a opporre per salvare le proprie vite contro un attacco militare barbaro che condanniamo senza alcuna riserva”.