Firenze – La vita è un viaggio, l’ultimo libro dell’editorialista del Corriere della Sera, Beppe Severgnini, è stato presentato al Festival del Viaggio di Firenze da Marco Pratellesi, giornalista dell’Espresso. L’autore con venti parole, come “empatia”, “paura”, “personalità”, “politica”, consegna un vademecum poetico e pratico al suo lettore-viaggiatore.
Il viaggio viene considerato come un’alternativa anticonformista in una società globale: “Viaggiare è istruttivo – scrive Severgnini – Un luogo nuovo difficilmente genera vecchi pensieri. Muove la mente, invece”. Gli italiani oggi vivono in un profondo stato di crisi e di incertezza; fortissimi sono nel nostro paese la disoccupazione giovanile e il ristagno economico. Severgnini propone una guida per affrontare la realtà sociale in cui viviamo.
L’empatia, ad esempio, viene considerata dal giornalista un atteggiamento positivo che ci permette di partecipare agli eventi e agli stati d’animo degli altri, ma può diventare anche uno strumento utilizzato impropriamente dall’industria dei mass media. I social media (internet, twitter, facebook, ecc.) sono considerati come una nuova modalità comunicativa che permette un maggiore pluralismo sociale e una democratizzazione dei media.
Essere guidati e seguiti soprattutto per i giovani è fondamentale, avere dei maestri è indispensabile, come racconta l’autore a proposito del suo maestro Indro Montanelli. Grande giornalista, intellettuale e saggista, Montanelli ha insegnato a Severgnini la “chiarezza” e la “semplicità”.
L’autore ha inoltre confidato al pubblico, numeroso e attento del festival, la sua ammirazione per Cesare Pavese e Bruce Springsteen, “uniti da poesia, memoria e geografia”, come spiega nel capitolo dedicato ai due autori, intitolato “Ispirazione”. Beppe Severgnini vede infine in Papa Francesco una figura rivoluzionaria per la chiesa cattolica e per il mondo intero, che può compiere un rinnovamento profondo anche nel nostro paese, sempre minacciato dal colonnello Kurtz, di conradiana memoria: “In Italia Kurtz si nasconde nell’università e nell’industria (….). Ma nella politica il fenomeno è particolarmente evidente e grave. Perché non c’è solo Berlusconi, e non c’è solo la destra”.
nella foto: Beppe Severgnini (a destra) con Marco Pratellesi