Firenze – Secondo l’analisi messa in campo da Uecoop, le case rifugio, dove possono trovare accoglienza e un aiuto le donne vittime di violenza, sono solo 272 in tutta Italia. L’analisi si riferisce all’ultimo studio Istat su “Le richieste di aiuto durante la pandemia” che ha visto emergere oltre 15mila chiamate ai numeri di emergenza, in media 41 al giorno, con un balzo del +79,5% nel 2020 rispetto all’anno precedente. La toscana con la sua rete segeta di 23 case rifugio (oltre a 24 centri antiviolenza e 95 punti di accesso sull’intero territorio regionale), ha una delle più alte densità del Centro Italia.
Il trend nazionale è quello previsto, nel corso dell’emergenza Covid con il lockdown, che ha fatto sì che le limitazioni agli spostamenti e la crisi economica abbiano aumentato le tensioni familiari, favorendo le esplosioni di violenza domestica e riducendo al tempo stesso, come sottolinea Uecoop, “le possibilità per le donne vittime di mettere una adeguata distanza fisica e psicologica dalla furia dei propri partner con il rischio di traumi indelebili anche per i figli. Le più fortunate – spiega Uecoop – o vengono aiutate da amici e parenti oppure riescono la trovare rifugio nelle strutture di sostegno”.
I centri anti violenza forniscono servizi di primo intervento, ascolto e accoglienza coinvolgendo i componenti del network sociale territoriale, dalle forze dell’ordine alle aziende sanitarie fino agli enti locali, ma, evidenzia Uecoop, “offrono anche supporto legale e psicologico, orientamento, collaborazione nella ricerca di una nuova abitazione o sistemazioni temporanee per allontanarsi subito dalla situazione di violenza con le cooperative sociali di assistenza in prima linea nell’affrontare il fenomeno. La larga maggioranza delle Case offre ospitalità di medio-lungo periodo (86,5%) e ospitalità programmata in urgenza (67,1%) con l’offerta che è maggiore al Nord, in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, e, al Centro, in Toscana”, spiega Uecoop sugli ultimi dati Istat.
“Il tempo di permanenza presso le Case Rifugio oscilla da pochissimi giorni a due anni, mediamente è pari a 259 giorni – evidenzia Uecoop – con oltre 9 Case rifugio su 10 (91%) che si trovano in un luogo diverso rispetto a un Centro antiviolenza, mentre il restante 8% condivide gli spazi proprio con un Centro antiviolenza.”.
“Oltre all’ospitalità – sottolinea Uecoop – le Case offrono servizi di orientamento e accompagnamento (96,4%), un piano di sicurezza individuale sulla base della valutazione del rischio (93,7%), il supporto e la consulenza psicologica alla donna (90,1%), l’indirizzo all’autonomia abitativa (90,1%) e lavorativa (87,8%), il supporto e la consulenza legale (89,2%), il sostegno alla genitorialità (80,6%). Si tratta di una rete di supporto fondamentale – conclude Uecoop – considerato che pur essendo la violenza sulle donne un fenomeno trasversale a diverse fasce sociali, sono le vittime che arrivano dagli ambienti più poveri della popolazione a dover affrontare i maggiori problemi per uscire dalla trappola dei maltrattamenti e per riorganizzare la propria vita”.