Prato – Sono state tante le iniziative messe a punto in Italia dalle amministrazioni locali in occasione della giornata internazionale contro la violenza di genere. Dalle scarpe rosse della giovanissima Liliana Mimou uccisa nell’aprile dello scorso anno, esposte a cura dell’associaxione SVSL di Milano, in una teca presso il Comune di Limbiate, al colore arancione che ha illuminato il 25 novembre il Castello dell’Imperatore di Prato, in occasione dell’ Orange Day, l’iniziativa voluta dalle Nazioni Unite nell’ambito della campagna “UNiTE to End Violence against Women”, alle “panchine rosse” la proposta lanciata dagli Stati Generali delle Donne e a cui hanno aderito moltissime città italiane.
Quando la Cina era ancora un impero, non pochi intellettuali erano convinti che la conquista dei diritti delle donne fosse indispensabile per trasformare la Cina in una nazione moderna. Oggi in Cina le donne hanno conquistato quei diritti?
“I dibattiti sui diritti delle donne sono fortemente legati alla situazione economica e politica della Cina. Nel 1950 fu varata la legge sulla libertà di matrimonio. In quello stesso periodo le donne cinesi furono inserite in massa nel mondo del lavoro,tanto che alla fine degli anni ’50, la quota di lavoratrici era del 90%. Nel 1992, per migliorare la condizione della donna, fu approvata una legge a tutela dei loro diritti , e la Federazione nazionale delle donne cinesi, si impegnò a promuovere la parità tra uomo e donna, con la “Dichiarazione delle quattro auto-referenzialità” (rispettare se stesse; avere fiducia in se stesse; fare affidamento su se stesse; migliorare se stesse), i cui punti sono poi stati ripresi nelle dichiarazioni governative della Quarta Conferenza sulle Donne organizzata dall’Onu e tenutasi a Pechino nel 1995.”