Violenza contro le donne, il Pegaso a Jessica Rossi

Jessica Rossi, la commessa in un negozio nel centro storico della città di Grosseto, che lo scorso 12 marzo non ci ha pensato due volte a denunciare e mettere tutti al corrente, anche attraverso il social network e mostrando le foto di se tumefatta dal pugno dell'ex fidanzato 21enne, ha accettato l'invito del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi,  uno fra i primi a esprimerle solidarietà dopo l'aggressione. Alle 13 è entrata nel palazzo sede della Presidenza della Regione. "Ho voluto testimoniare a Jessica la vicinanza della Toscana e delle istituzioni, così come hanno fatto la presidente del Senato e il sindaco di Grosseto, dopo il suo esemplare gesto di reazione pubblica a quanto le era accaduto. Un gesto di coraggio che dovrà essere imitato perché servirà a dissuadere e a dare coraggio – ha dichiarato Rossi nel corso del cordiale incontro -. Siamo purtroppo ancora lontani dalla parità dei sessi, deve crescere assolutamente il livello di civiltà complessiva. Ma io dico che le mani vanno tenute a posto; si può discutere, litigare e magari lasciarsi, sta nelle cose, ma la violenza non deve esistere, come purtroppo i dati e le notizie continuano a dirci".  Jessica Rossi appena medicata al pronto soccorso di Orbetello, aveva chiesto all’avvocato di chiamare i giornali e di diffondere le foto del suo volto tumefatto, gli occhi gonfi, il collare
Dopo l'avvio sperimentale nel 2010, il progetto Codice Rosa della Regione – spiega la nota della Regione Toscana – , percorso di accoglienza nei Pronto Soccorso dedicati a chi ha subito violenza, l'anno successivo è divenuto progetto regionale e da quest'anno è stato esteso a tutto il territorio toscano. Un intervento che ha consentito di assistere solo nel 2012, limitatamente alle cinque Asl in cui funzionava il progetto al momento, quasi 1500 casi di maltrattamenti e abusi su adulti e minori.

La Toscana – continua la Regione Toscana – non è stata ferma di fronte alla violenza di genere, ha poi sottolineato il presidente. Fin dal 2007 si è dotata di una legge specifica, addirittura anticipatrice di quei principi recepiti dalla Convenzione di Istanbul del 2011, di recente ratificata dal Parlamento italiano. In particolare la legge anticipava tutta l'attenzione sulla creazione dei Centri antiviolenza per una efficace azione distribuita su tutto il territorio regionale. La rete in Toscana conta oggi 12 centri antiviolenza e centri delle donne; 28 sportelli/centri di ascolto e 7 case rifugio, con un'offerta complessiva di 68 posti "che intendiamo potenziare in tempi brevi".
Un aiuto importante, su cui la Regione ha investito risorse importanti vista l'entità di un problema che né leggi né campagne sembrano poter arginare. Sono le cifre a parlare, a dire che la battaglia continua ed è dura perché le tendenze risultano in crescita: negli ultimo 4 anni sono state ben 8200, di cui un terzo straniere, le donne che si sono rivolte ai centri. E analizzando il biennio 2010-2012, le cifre parlano di un 62 per cento (2321 donne sul totale di 3756) che ha subito violenza dal proprio partner. Ben 28 le vittime di femminicidio negli ultimi quattro anni.

Foto Regione Toscana: Gessica Rossi

 

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