Violenza, apparenza e realtà: oggi siamo più consapevoli

Prato – Sentendo parlare le persone, ascoltando i telegiornali si sente continuamente affermare che vi è un aumento della violenza, che i nostri tempi sono violenti, che si vive in una società sempre più violenta.

Sicuramente la stampa, sia cartacea che non, non rende un buon servizio alla società odierna: il telegiornale è un elenco di sciagure e necrologi, e così il giornale. Vi sono poi i programmi di opinione che raggiungono l’apice dell’apocalittico: ho dovuto smettere di guardarli perché li trovo altamente depressivi. Il quadro del mondo contemporaneo che emerge dagli organi di stampa è funereo.

Da qui le affermazioni di cui parlavo all’inizio.

Da qui anche una domanda che mi pongo spesso e che fra poco sottoporrò anche a voi lettori.

Quanto al tasso di violenza oggi presente nella società esso è davvero un fenomeno in aumento o e’ in aumento la sensibilità alla violenza e la condanna della stessa?

Viviamo in tempi dove le persone sono tutelate nella loro incolumità fisica, nella libertà di movimento, di pensiero, di espressione, nella loro personalità sessuale e adesso anche nella loro interiorità psichica. Atteggiamenti finora accettati, come le costanti denigrazioni su un essere umano, esempio il continuo svilimento della moglie da parte di un marito, ora sono avvertiti come violenza ed anche perseguiti e ciò era impensabile fino solo quindici anni fa, quando, provando io a tutelare una moglie dal continuo disprezzo del marito, per poco fui presa per pazza!

In passato non era certo così.

La storia lo dice. Basti pensare alla lotta durata venti anni per far considerare la violenza sessuale un delitto che offende la persona e non una astratta morale pubblica. Basti pensare alle atrocità commesse verso le donne solo sospettate di essere streghe, alle continue violenze che costellavano la vita quotidiana nei secoli scorsi, alle torture. Nel medio evo la vita di un uomo qualunque valeva il capriccio del suo feudatario, l’integrità della donna non esisteva, lo jus primae noctis lo insegna. Anche la politica lo dimostra: nella pur civilissima Roma antica un rivale politico lo uccidevi, come nel caso di Cesare, oggi sarebbe inaccettabile.

Credo sinceramente quindi che occorra imparare a riflettere su questo prima del ripetere l’inutile luogo comune sulla violenza: che ci piaccia o meno stiamo vivendo nel più civile dei mondi che sia esistito finora! Lavoriamo perché lo sia ogni giorno ancora di più.

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