Cambiare la Costituzione si può eccome, nei fatti, senza tante bicamerali. L’Italia stenta ormai a riconoscersi nel primo e più importante articolo della sua Carta. Essere cioè una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La considerazione viene spontanea leggendo i dati della Cna nazionale, la confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa. «Rischiamo di arrivare a fine anno con 3 milioni e mezzo di italiani senza lavoro — dice il Centro studi — quattrocentomila in più dei 3 milioni e centomila di oggi». Non solo, a giugno il numero degli occupati, circa 22 milioni e mezzo, ha raggiunto il valore più basso del nuovo secolo.
Il Centro Studi Cna insomma ritiene che della crisi «forse non abbiamo ancora toccato il fondo». Nei primi sei mesi del 2013 il numero di ore autorizzate di cassa integrazione è stato di circa 548 milioni, con un incremento di quasi il 4,6% rispetto al 2012, il livello più alto a partire dal 2009. Per gli economisti dell’organizzazione si tratta di «un dato particolarmente preoccupante per la tenuta del mercato del lavoro: se queste ore fossero interamente utilizzate si tradurrebbero nella perdita di circa 322mila posti di lavoro». Le costruzioni e l’industria continuano a essere i settori maggiormente affetti dalla crisi.
Con queste drammatiche premesse, si appresta ad aprire i battenti Festa Reggio al Campovolo (dopo la chiusura di quella di Villalunga, con numeri altisonanti nella ristorazione) , sperando che i dibattiti non si esauriscano col toto-candidature alla segreteria Pd o coi servizi sociali di Berlusconi ma si tocchino i problemi reali e urgenti del Paese.