Firenze – Non mi associo ai detrattori. Quella di ieri è una brutta sconfitta, che rende la nostra classifica misera rispetto al valore potenziale della squadra e anche agli effettivi meriti e demeriti. Ma rifiuto i processi sommari e le sentenze affrettate. La Fiorentina ha giocato la solita partita, contro un avversario forte e in ottima forma fisica. Ha sbagliato e pagato carissimo in un paio di occasioni, ma ha dominato in lungo e in largo, non consentendo agli avversari che un paio di azioni. E ricordiamoci che eravamo a Genova, in un campo di riso dove nessuno finora ha fatto gran che, soprattutto per l’impossibilità di esprimersi tecnicamente (emblematica quella punizione di Babacar, che al primo tentativo si è portato una zolla di terreno attaccata alle scarpe, e ha dovuto ripetere). E dunque era la solita Viola, coi suoi pregi nel possesso palla e nell’imposizione del gioco ma senza attacco, quella che ormai conosciamo non solo da quest’anno.
Ed era la solita Viola anche nelle contingenze sfortunate. Trovatemi un arbitro in campo internazionale che dà un rigore come quello dato contro Aquilani, con il pallone già lontano dall’area e senza che si fosse nel pieno di un’azione. C’è quasi da chiedersi come mai l’arbitro guardasse lì, invece di seguire il gioco. E se quello di Aquilani era un fallo volontario (non poteva essere danno procurato, perché il danno si misura relativamente all’impedimento che si fa all’avversario a partecipare al gioco), allora ci doveva essere sanzione, addirittura espulsione, per una violenza perpetrata lontano dal pallone. E alla Fiorentina partire con un handicap del genere pesa di questi tempi, data la difficoltà a concretizzare in attacco, dove il solito Baba si dimena e si muove bene, ma con caratteristiche che non sono quelle del goleador rapinoso e spietato, bensì di un attaccante di manovra che cerca l’uno due, che allarga, che lavora per i compagni. E a quel punto si sbaglia anche il rigore!
Lo metto nell’elenco delle sfortune, perché Gonzalo, che ha sempre segnato, fallisce quando il momento diventa decisivo. E a quel punto non posso rimproverare niente al secondo tempo deila Fiorentina; se non la scarsa lucidità nel rifinire e concludere le azioni, e se non la brutta prova (e non è, ahimè, la prima) di Cuadrado. Ma partite del genere non le perde nessuno, se non c’è una maledizione in atto. Così come i punti regalati a Genoa e Sassuolo non li regala nessuno che abbia almeno una buona stella nel firmamento.
Non sono d’accordo neppure sulle valutazioni di molti giornalisti sui singoli. Badelj, per esempio, mi è piaciuto, e ritengo che il giocatore sia sulla via di prendere quel posto di Pizarro che finora è stato regalato all’estro e alla classe di un giocatore che però manca nel fisico e spesso anche nella lucidità. Così come non mi sento di criticare Richards, che tra l’altro ha giocato a destra nella difesa a tre, che non è proprio il suo ruolo.
Bisognerebbe davvero essere un po’ più calmi. L’ho detto e lo ripeto: la Fiorentina si valuterà nel girone di ritorno, quando potrà contare su un attacco che abbia la parvenza di un attacco titolare. Oltre a Gomez e Rossi manca anche Marin, che non avrà giocato per caso diciotto partite nella nazionale tedesca. E aggiungo anche che sarebbe corretto aspettare la fine del girone d’andata, prima di sparare giudizi universali. A confrontare le due annate, vedrete che la Fiorentina il campionato scorso ha ottenuto più o meno gli stessi punti con le squadre che ha incontrato finora. Che sono tutte le squadre di alta classifica, ve lo ricordo.
La Fiorentina ha ancora da giocare nove partite di cui le sole importanti sono la prossima contro il Napoli e la quattordicesima contro la Juve. Il resto, almeno sulla carta, è facile, e non mi meraviglierei se, giocando così, la Fiorentina quelle partite più facili le vincesse tutte. E allora riprendiamoci il coraggio e l’umore con l’Europa; quella che fa parlare di noi dove il tifo non avvelena, e quella che, grazie alla sapienza di Montella, continua a farci mantenere una squadra in ottima forma atletica (siamo gli unici, in Italia, a poter mettere in campo due squadre pressoché equivalenti, nonostante gli infortunati). E che i tifosi capiscano e assecondino!
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