Firenze – Nuove tendenze, nuove abitudini, nuovi colori del vino. Se ormai “l’apericena” entra prepotentemente a far parte delle abitudini degli italiani (quasi sei italiani su dieci, secondo un’indagine di Coldiretti/Ixè), di pari passo scoppia il boom del rosa. O meglio del rosato.
Infatti, secondo quanto registra un’indagine di Coldiretti, il consumo del vino rosato è cresciuto del 20,7% nell’ultimo anno, a fronte della crescita di bianchi e rossi Doc e Docg che arriva rispettivamente al 3,9% e al 2,1%. Indizio, commentano da Coldiretti, che i nuovi modelli di consumo spingono a prediligere vini freschi e con le bollicine, pur irrobustendo la ricerca di una sempre maggiore qualità. La riprova è rappresentata dalle 7.300 enoteche aperte in tutta la Penisola, dove “è possibile scegliere fra una offerta Made in Italy di 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 a denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 118 a indicazione geografica tipica (Igt) e dove spesso è anche possibile consumare direttamente un calice del vino preferito accompagnato da prodotti del territorio. Infatti – sottolinea la Coldiretti – la cosiddetta “apericena” punta sempre di più su un’alimentazione all’italiana spinta dal successo della dieta mediterranea dove il vino è componente fondamentale”.
Del resto, il vino sta diventando sempre più il simbolo di uno stile di vita lento ed equilibrato, attento al benessere psico-fisico. Un consumo moderato e un allargamento della “nicchia” ne sono le conseguenze. Del resto, a livello nazionale, i dati sono chiari: il vino è consumato da un italiano su due, il 39,3% appartiene alla popolazione femminile. il nuovo ruolo del vino e del “buon bere” è rivelato anche dall’esplosione dei corsi per sommelier, dalle richieste sempre più diffuse da parte dei consumatori di informazioni sul vino prescelto, “con un vero boom dell’enoturismo che – evidenzia la Coldiretti – oggi genera un indotto turistico di quasi 3 miliardi di euro l’anno con 16,1 milioni di italiani che hanno partecipato ad eventi, sagre, feste locali legate in qualche mondo dei calici”.
Una cultura, quella del vino, che coinvolge sempre di più anche gli stranieri. “Nel 2017 – ricordano dalla Coldiretti – gli stranieri hanno acquistato 6 miliardi di euro di bottiglie con etichette italiane con un export cresciuto del 7%, mentre solo lo spumante, protagonista di molti aperitivi in Italia e all’estero, ha fatto registrare incrementi a due cifre segnando un +14% nell’export in valore rispetto allo scorso anno raggiungendo la cifra record di 1,3 miliardi di euro. Fuori dai confini nazionali – conclude la Coldiretti – i consumatori più appassionati sono gli inglesi che non sembrano essere stati scoraggiati dalla Brexit e sono nel 2017 il primo mercato mondiale di sbocco delle spumante italiano con il valore delle bottiglie esportate che fa registrare un aumento del 12% di gran lunga davanti agli Stati Uniti, che crescono comunque del 15% mentre in posizione più defilata sul podio si trova la Germania (+8%)”.