Si smetta per favore di parlare di “capitani” (il senso lato) che giurano, mentre la nave affonda, che tutto va bene, che si tratta solo di un momentaneo blackout e che i ristoranti sono pieni. Di Domnica, la moldava venticinquenne che garantisce che il capitano è un eroe incompreso non se ne può più; “di torni a bordo cazzo!”, ne abbiamo fin sopra le orecchie, come della risposta “ma è tutto buio”. Basta, sembriamo tutti dei dischi rotti. Parliamo d’altro, magari di cose gioiose che ci facciano uscire da questo gorgo di “ommini e’mmerda”. Smettiamo di parlare, e di scrivere, dei tre ufficiali in capo della nave che scivolano, tutti e tre, dentro una delle prime scialuppe di salvataggio che lasciano la nave in pericolo, delle telefonate alla Costa per dire “Ho fatto un guaio. C’è stato un contatto con il fondale” (alla faccia del contatto!), dello “sto coordinando da qui”. E non sarà il caso di smettere di sottolineare che non è possibile che lo scoglio che la Concordia s’è addirittura portato via non risultasse nelle carte nautiche. Non si può ripetere per l’ennesima volta che la realtà supera la fantasia e che se qualcuno avesse presentato ad una casa cinematografica la storia di un transatlantico che si va a massacrare sugli scogli per fare un “inchino” all’isola del Giglio sarebbe stato liquidato in tutta fretta con il solito “le faremo sapere”. E la moglie che lo difende nonostante la bionda moldava? E il natio paese tutto che si schiera dalla parte del capitano? Non è l’ora di finirla? Anche del confronto fra Schettino e Piero Calamai siamo arcistufi: vabbene, il primo ha abbandonato la nave alla svelta, il secondo è rimasto fino alla fine al suo posto e si è salvato perché i suoi ufficiali sono tornati apposta per trascinarlo via, e allora? Erano altri tempi e poi Calamai era più esperto, aveva fatto la guerra! E non abbiamo nessuna intenzione di parlare ancora della dedizione dei camerieri filippini, o di chi sa dove, nel dare ordine alle manovre per portare in salvo i passeggeri. Tutte cose in questi giorni dette e ridette e non saremo certo noi ancora a ripeterle!
Fra il mistero di quanto possa essere profonda la stupidità di un uomo e quella dei censori scegliamo di parlare di quest’ultima: http://www.youtube.com/watch?v=In8ghls0axc, bastava fino a ieri cliccare qui e uno non si riconciliava certamente con gli uomini ma almeno si divertiva.
Oggi del video che c’era è rimasto solo il titolo, “Rissa al consiglio comunale di Ostia”: vi si vedeva un consigliere che tirava una pedata ad un altro (il sindaco) che gli aveva appena dato dell’idiota, Il sindaco, o chi per lui, crollava a terra fulminato sparendo dietro al bancone e emettendo altissime grida di dolore talmente forti e disperate, ma soprattutto così plateali, che nemmeno i suoi se ne curavano né cercavano di soccorrerlo. Il giorno dopo che il video era stato segnalato da Mara Venier in “La vita in diretta” è stato eliminato, provare per credere: il titolo è rimasto ma a cliccarci sopra appaiono bellissime foto di Napoli e la voce di Bennato che canta (non sarà un caso) “Tira a campare”. Vigliacchi e stronzi non mancano in questo paese alla deriva (basta, non voglio parlare della Concordia!) e tanto per farsi prendere dallo sconforto perché non dare un’occhiata a http://www.youtube.com/watch?v=UrHAxy0Glfc, il video che testimonia dei maltrattamenti da parte del personale della casa di riposo Borea di San Remo. Sette gli arrestati fra i quali Rosalba Nasi, la direttrice, moglie del senatore Pdl Gabriele Boscetto, per la quale sono stati assegnati gli arresti domiciliari; come per Schettino, ma di lui e della faccenda Concordia non voglio parlare.
Gianni Caverni