Video placcaggio, Rsu e sindaco, il dibattito si complica e i Cobas si sfilano

Firenze – Incontro con le rappresentanze sindacali unitarie della Polizia municipale, ieri, per il sindaco Nardella, per quanto riguarda il caso del ragazzo senegalese venditore abusivo di collanine che, essendosi rifiutato di mostrare i documenti e di consegnare la merce, è stato messo a terra con l’ormai tristemente nota mossa della costrizione al suolo. Secondo quanto ha dichiarato il sindaco, l’incontro, “molto positivo” si è svolto ” in un clima di totale serenità”. Il primo punto sottolineato dal sindaco, è che  “l’episodio del 5 aprile non ha niente a che vedere con il lavoro della polizia municipale, nel senso che noi non cerchiamo processi formali e giudizi frettolosi sul nostro corpo della polizia municipale che fa un lavoro straordinario, soprattutto sul contrasto all’illegalità. È sotto gli occhi di tutti il tentativo di una strumentalizzazione politica”. Il secondo punto, ha riguardato la richiesta da parte della stessa amministrazione di una verifica interna che “nasce proprio perché siamo noi i primi a voler fare luce su tutto. Riteniamo che non basti un video per quanto cruento e negativo per maturare un giudizio: sarebbe estremamente sbagliato e chi lo fa è in malafede. Noi vogliamo che sia ricostruito tutto l’episodio, non abbiamo alcun timore di applicare sanzioni disciplinari nel caso in cui fossero ravvisate responsabilità così come siamo altrettanto certi che la proposta di sciogliere la polizia municipale o un reparto della municipale sia una proposta assurda”. Infine, sulla manifestazione annunciata per sabato ha commentato: “Mi auguro che non si chiedano processi sommari”. Infine, “Riteniamo offensiva per la città e la nostra municipale l’accusa secondo cui gli agenti abbiano reagito per motivi razziali”.

L’ incontro ha visto tuttavia un confronto ampio, in cui sono state messe sul tavolo, da alcune rappresentanze sindacali, alcune tematiche fondamentali, che vanno al di là del caso specifico. Fra queste, il quesito fondamentale, ovvero, fino a che punto un dipendente comunale, che veste la divisa della polizia municipale, può spingersi nella sua attività di garante dell’ordine pubblico. La domanda si rivela del tutto imprescindibile, anche in vista del caso in questione. Infatti, sostengono le rappresentanze sindacali dei Cobas, rilancia fra le righe la Cgil e riprende il tema il sindacato autonomo dei vigili, pur con profili diversi, che bisognerebbe fare chiarezza circa le attività delle polizie municipali. Fra gli svariati compiti infatti che sono di competenza delle polizie muncipali, ci sono anche funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza, per le quali, tuttavia, dipendono operativamente dalla competente autorità giudiziaria o di pubblica sicurezza nel rispetto di eventuali intese fra le dette autorità e il sindaco.

La questione può essere vista in due modi. Infatti, se i vigili svolgono anche funzioni di pubblica sicurezza (che dovrebbero essere ausiliarie), dicono Cgil e il sindacato autonomo CSA , devono avere emolumenti adeguati a queste funzioni. Ma il nodo di fondo, rilanciano le rappresentanze dei Cobas, non è una mera questione di stipendio, ma comprendere se le competenze attribuite dai Comuni alle forze di polzia locale, fra cui in particolare Firenze, vadano oltre il dettato legislativo, sia nel merito che nelle modalità. Tutto questo anche perché, come ha ricordato il Coordinamento sindacale autonomo della polizia municipale di Firenze, i vigili urbani fiorentini, che vengono impiegati in servizi di ordine pubblico, sono quasi sempre costretti a lavoro “straordinario obbligatorio”. Ma il contratto non lo prevede.

Infine, con una nota diffusa oggi, i Cobas sottolineano la loro linea, che è di grande difesa dei lavoratori, ma anche di riflessione sulle modalità con cui è organizzato il Corpo e sulle sue finalità rispetto ai compiti assegnati. E si differenziano dal comunicato diffuso dagli altri sindacati dell’Rsu.

“Soffermarsi unicamente sulla corretta applicazione delle disposizioni operative previste, liquidando il resto come tentativi di strumentalizzazione politica non è a nostro avviso la miglior difesa dei colleghi coinvoltin  nell’episodio”, si legge nella nota. “Affermare questo significa che già da domani potrebbero risuccedere simili episodi e questo a nostro avvisoè  assolutamente da scongiurare”.

La questione, dicono i Cobas, è affrontare la vicenda dal punto di vista politico, respingendo al mittente “le accuse di strumentalizzazione”.

“In questa città da anni è in atto una vera e propria guerra ai poveri, camuffata da lotta al degrado e per il decoro, che colpisce la parte più debole della popolazione e quanti cercano di contrastare questa deriva securitaria”.
Conclude la nota dei Cobas: “E’ principalmente l’assenza di una presa di distanza dalle politiche dell’amministrazione che ci porta a non
sottoscrivere il comunicato RSU.
Difendiamo i lavoratori della Polizia Municipale non le politiche di questa Amministrazione” .

 

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