Pistoia – Il problema è: l’Asl fa un sopralluogo (l’ennesimo) nella comunità di accoglienza migranti di Vicofaro, tenuta da don Biancalani, e trova che la struttura è sovraffollata. Dunque, impone di ricollocare il prima possibile gli ospiti del centro di accoglienza in “strutture adeguate”. Vale a dire, in “strutture adeguate sia per capacità ricettiva che per caratteristiche igienico-sanitarie”. Dove? Ad ora, risposte confuse dalle istituzioni, con il rischio, come scrive il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi, che, se non verranno ottemperate le direttive dell’Asl, interverrà il Comune. In sintesi, il rischio reale è, paradossalmente, che per evitare che le persone accolte stiano in una situazione di pericolosità sanitaria anche per quanto riguarda il covid, vadano a finire per strada. Una fine che non solo aumenterebbe, come ovvio, il rischio per i migranti, ma anche per tutto il resto della comunità.
“Se le istituzioni ci trovano una soluzione per noi sarebbe una vittoria ma purtroppo giocano alla meno, e una soluzione non vogliono trovarla. Per quanto ci riguarda cercheremo di evitare in tutti i modi soluzioni drastiche, perché non possiamo mettere i nostri ragazzi in mezzo a una strada”, è il commento di don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro. “Siamo una struttura di emergenza – dice ancora don Biancalani – e questo lo sappiamo da due anni. Per questo stiamo cercando soluzioni adeguate, non solo a Pistoia, ma anche nel Pratese e nel Fiorentino. Ma nell’attesa non possiamo mandare in mezzo ad una strada queste persone”.