L'inchiesta partita nel 2011 dopo la denuncia di alcuni di coloro che hanno trascorso periodi di affidamento nella comunità agricola di Vicchio, èculiminata con l'arresto di Fiesoli il 20 dicembre di quell'anno. Il 16 gennaio scorso la commissione del Consiglio regionale che ha indagato sul sistema degli affidamenti dei minori in Toscana ha presentato le sue conclusioni dopo aver ascoltato le accuse di fatti molto gravi accaduti neol corso degli anni.
«A mio avviso, la decisione assunta oggi dalla Regione Toscana di costituirsi parte civile nel processo penale che vede coinvolte in tutto 23 persone della comunità Il Forteto era a questo punto quasi un atto dovuto – ha commentato il Presidente della Comm. d’inchiesta sull’affidamento minori Stefano Mugnai (Pdl) – Con la consapevolezza di oggi su quanto accaduto all’interno di quella comunità, una simile scelta era la sola possibile per chiarire all’intera comunità toscana da che parte stiano le istituzioni: quella delle vittime. Tuttavia, sono felice che la giunta regionale abbia compiuto questa scelta con tempestività, dopo che io stesso – nel corso del consiglio regionale di mercoledì scorso in cui illustravamo la relazione conclusiva degli otto mesi di lavori della Commissione d’inchiesta – avevo avanzato questa proposta, recepita peraltro da molti colleghi intervenuti in quell’importante e difficile dibattito». «Alla luce della nuova conoscenza su quanto accaduto al Forteto lungo trenta anni durante i quali tutte le istituzioni, Regione Toscana compresa, malgrado due sentenze passate in giudicato per reati specifici hanno comunque ammantato – con iniziative e comportamenti – quell’esperienza comunitaria di un credito morale evidentemente non dovuto, era obbligo non alimentare dubbi su da che parte si debba stare in questa drammatica vicenda».
Foto: Stefano Mugnai