Vicenda Forteto: discusse le conclusioni della commissione consiliare

Ascoltare le testimonianze di chi ha subito violenze è stata dura, il carico emotivo è stato pesante, il percorso è stato difficile. Da un primo impatto sembrava inverosimile che per 30 anni e nonostante le voci sul Forteto e due sentenze passate in giudicato per reati su minori si fossero compiute tali violenze nella nostra Toscana. Il presidente della commissione d’inchiesta per l’affidamento dei minori ha aperto così l’incontro con i giornalisti. Mugnai ha ribadito che il sistema degli affidi in Toscana funziona ma che al Forteto non si rispettavano le regole, sono mancati tutti i meccanismi di tutela e sostegno dei bambini, si tagliavano i contatti con le famiglie d’origine, con il mondo esterno. Secondo Mugnai si è trattato di un collasso istituzionale, di segmentazione delle responsabilità che ha causato delle vittime, dei bambini che non sono stati seguiti nel loro percorso di affido, sono stati trattati come vuoti a perdere.

 Paolo Bambagioni ha evidenziato il voto unanime alla relazione della commissione d’inchiesta. La politica secondo Bambagioni ha dato voce ai più deboli, non ha fatto il muro di gomma, è stata attenta e disponibile. Il vicepresidente della commissione ha sottolineato soprattutto il merito dei ragazzi, vittime di quella realtà ma che hanno trovato il coraggio di denunciarla.

Anche Monica Sgherri ha elogiato il lavoro collettivo della commissione. Secondo Sgherri sono saltati tutti i meccanismi d’allarme, il Tribunale per i minorenni ha continuato ad affidare i bambini al Forteto e i servizi sociali a fare poche visite. Affinché ciò non risucceda, secondo Sgherri bisogna effettuare con sistematicità controlli, le realtà devono essere trasparenti e ispezionabili.

Per Dario Locci si deve partire dalla premessa che in campo etico non sempre c’è progresso, anzi può esserci regresso. In questo caso c’è stata una parcellizzazione delle responsabilità, si è instaurato un clima omertoso nei confronti dei più deboli. Locci ha evidenziato la gravità del fatto che il modello Forteto si volesse esportare perfino nelle scuole.

Sentito e schietto l’intervento di Maria Luisa Chincarini nella descrizione della realtà del Forteto definita la tana dell’orco e la fabbrica di schiavi e nei racconti delle dolorose testimonianze dei giovani che denunciavano le violenze e gli abusi subiti, dalle minacce di morte, alla privazione della privacy e dei legami con la famiglia d’origine, al divieto di avere rapporti eterosessuali. La consigliera ha sottolineato che la commissione ha lavorato bene nonostante abbia sentito resistenze all’interno del Consiglio.

In conferenza è intervenuto anche Giovanni Donzelli che ha invitato tutti a chiedere l’accesso ai verbali della commissione per conoscere fino in fondo tutto ciò che è emerso. COM

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