Firenze – Cascine sotto attacco, la denuncia parte da un lato dai Comitati Cittadini fiorentini e dall’altro dal capogruppo comunale di Sel-Fas-Prc Tommaso Grassi.
Per quanto riguarda i Comitati cittadini, il timore è che le iniziative che si stanno per “abbattere” sullo spazio verde dei fiorentini rischierebbero di “dare il colpo di grazia” a un parco dall’equilibrio fragile e già molto provato. E sono 4 le foto, scattate il 12 aprile scorso alle Cascine, che documentano cosa sta succedendo alle Cascine per “la trasformazione dell’ex ippodromo delle Mulina in spazio per manifestazioni e spettacoli di vario tipo che prenderanno il via con l’iniziativa di “Flora Firenze / La natura diventa arte”.
Le immagini, prese dal percorso ciclo/pedonale lungo la riva destra del Mugnone (quindi a nord del Parco) e dalla via del Pegaso a lato della Scuola di Guerra aerea mostrano “più che una natura che diventa arte, capannoni espositivi degni di un grande Polo fieristico che dall’ esterno nascondono pesantemente le alberature del Parco e rendono quasi invisibili le strutture del vecchio ippodromo”.
Dunque sarebbe questo il concetto di “valorizzazione cui l’amministrazione si riferisce? – chiede Mario Bencivenni, Comitati cittadini – sembra di capire che il termine valorizzazione che originariamente esprimeva il concetto di dare valore, accrescere la bellezza di un oggetto o di un luogo per renderne possibile il godimento al maggior numero di persone, esprima ormai, per uno strano fenomeno di mutazione semantica indotta dalla classe politica che amministra il nostro Paese e le nostre città, il concetto diametralmente opposto di trarre valore, profitto e risorse economiche dagli oggetti o dai luoghi ereditati dal passato in vista di intrattenimenti a pagamento o che portano ricchezze da parte di molti cittadini consumatori”.
“E’ un po’ la stessa storia della Fortezza – conclude Bencivenni – ma ricordiamo che si tratta di due beni del patrimonio nazionale storico artistico culturale, tutelati da vincolo diretto (decreto ministeriale)”. Una “valorizzazione” (nel senso non di accrescere ma “trarre valore”) che ha portato, piccola ma significativa spia, alla distruzione di “un tratto di varie decine di metri di siepe di leccio che bordava il viale del Pegaso”.
I comitati cittadini di fronte alla “valorizzazione” in corso pongono alcune domande al governo cittadino. Se la prima questione riguarda la natura e la qualità dell’intervento (“Com’è possibile che l’Amministrazione comunale che è proprietaria del Parco delle Cascine del quale, nella mostra dei 150 anni di Firenze Capitale in corso all’Archivio Storico Fiorentino, si ricostruiscono i lavori e gli interventi di qualificazione del Poggi che lo rendono il parco pubblico fiorentino più importante, sottoposto ad un vincolo diretto, abbia concepito o autorizzato un intervento di questa volgarità e di questo impatto?”) la seconda riguarda l’impatto: “Questo intervento, ancorché provvisorio o stagionale, sicuramente abnorme per dimensioni, attrarrà migliaia di persone. Dove sono i parcheggi e i servizi pubblici che permettano l’accessibilità a questo spazio, distante fra l’altro circa due chilometri dalla fermata della tramvia delle Cascine, per impedire che tutti i viali del Parco siano invasi da veicoli privati?”. E il ruolo della Soprintendenza in questa vicenda? E quello delle associazioni ambientaliste, accademie importanti e prestigiose quali i Georgofili, l’Accademia delle Arti del Disegno, dipartimenti universitari, la cultura fiorentina? … Infine, un appello alla Procura della Repubblica, “affinché intervenga sollecitamente per verificare se in questo caso non si configuri un’ipotesi di reato visto che in una legge nazionale come il Codice dei beni Culturali e del Paesaggio si dice che conservare un bene culturale (con vincolo diretto come bene di particolare valore storico, artistico ambientale) vuol dire mantenere e salvaguardare la consistenza materiale del bene e impedirne usi impropri”.
Ma non è finita. Se Le Mulina sono sotto questa minaccia, a denunciare ciò che sta accadendo al Visarno poco lontano ci pensa Grassi. “Sono passate solo poche settimane da quando il Consiglio comunale ha aderito alla campagna contro le sale slot e il gioco d’azzardo, eppure stanno comparendo in città cartelloni pubblicitari che annunciano la imminente apertura di una nuova sala giochi in via degli Olmi 12, alle Cascine, nel complesso dell’ex ippodromo del Visarno”. In soldoni, il comune ha assegnato per la “valorizzazione” il complesso a una società privata specializzata in ippodromi. Ebbene, il “dubbio” è che “molto probabilmente, attraverso la società HippoBingo si aprirà una sala per il gioco d’azzardo sulla scia di quanto fatto a Cesena e Modena”.
Ma un dato viene ad aggravare ancora le cose, dice Grassi: “Dai progetti che avevamo visionato all’inizio della procedura di concessione non c’era nessuna traccia di una destinazione del genere. Altrimenti ci saremmo opposti con forza subito. L’idea che si sia accettato che la riqualificazione di un pezzo della città promesso alla cittadinanza avvenga attraverso gli incassi del gioco d’azzardo e è terribile”. E dunque la richiesta al sindaco Nardella è: “Intervenire immediatamente per scongiurare l’apertura dell’ennesima sala giochi: non riteniamo che la soluzione per riappropriarsi delle Cascine sia quella di aprire un luogo del genere. Con quale credibilità il Comune e l’amministrazione si è battuta nei casi delle slot che volevano aprire nella zona di Peretola e delle Piagge se poi permette di aprirne nei propri immobili?”.