Firenze – Nella lingua ebraica significa “passaggio”, quello verso la Terra Promessa del popolo israelita. Per dare il benvenuto a Pesach (Pasqua ebraica), il Museo Ebraico organizza una visita tematica per famiglie (bambini dai 6 anni in su) domenica 3 aprile, alle 11.
La Pasqua ebraica ricorda la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto e il suo esodo verso la Terra Promessa (la festività di Pesach, nel 2016, cade dal 23 al 30 aprile): la conquista della libertà avviene in primavera, la stagione più adatta per comprendere e assaporare la fioritura della vita e delle speranze di un popolo dopo l’inverno della schiavitù senza luce, colore e sogni.
L’attività dal titolo Pesach. La Pasqua ebraica come percorso di libertà inizia con la lettura dell’Haggadah (fa parte della liturgia ebraica) che narra l’uscita degli ebrei dall’Egitto e continua con la presentazione del rituale del Seder, la cena tipica delle sere di Pesach. Durante le prime due sere si usa consumare la cena seguendo un ordine particolare di cibi e preghiere che prende il nome di Seder, parola che in ebraico significa ordine, durante il quale si narra l’intera storia del conflitto con il faraone, delle dieci piaghe e della fuga finale leggendo l’Haggadah. Il Seder è costellato da cibi, da atti simbolici che scorrono sulle tavole imbandite delle case ebraiche ed è composto da varie pietanze, ciascuna delle quali ha un significato e un rimando alla storia dell’antica schiavitù: le erbe amare (in alcune tradizioni la lattuga) ricordano l’amarezza della schiavitù, la zampa d’agnello arrosto simboleggia il sacrificio che gli ebrei hanno compiuto nel fuggire dall’Egitto, il Betzàh, l’uovo sodo, rappresenta un’altra offerta sacrificale dei giorni del secondo tempio, il Charòset (mix di noci, mele e vino) simboleggia la malta che gli schiavi ebrei utilizzavano nel fare i mattoni, il Karpàs, sedano intinto in acqua e sale o aceto rappresenta l’amarezza e la lacrime. Infine, tre Matzoth, cioè i pani non lievitati, che vengono posti al centro del piatto del Seder.
Per la visita si consiglia la prenotazione, fino ad esaurimento posti, telefonando al numero 0552346654 o scrivendo a sinagoga.firenze@coopculture.