Dei residenti in Via Turri il Comune se ne frega. E’ un po’ questo il senso della nota diramata da Khadija Lamami la giovane marocchina che si è messa alla testa del movimento di via Turri, l’indomani del consiglio comunale in cui si è dibattuto, fra le altre cose, sul tema del distacco di riscaldamento e acqua calda nelle abitazioni di via Turri e via Paradisi.
Lamami, che da aprile sta mettendo a disposizione la doccia di casa sua alle persone che non hanno più l’acqua calda, in una dichiarazione diffusa ai media, usa parole pesantissime nei confronti dell’amministrazione comunale.
“Viste le prese di posizione della giunta siamo ancora al di sotto delle esigenze: il punto cardine della discussione è stato bocciato, e questo significa che non avverrà alcun riallaccio delle utenze. Così si lasciano le famiglie, ancora una volta, da sole nell’affrontare il tema della riconversione energetica degli edifici di via Turri” commenta Lamami.
“E’ stata commessa una vera ingiustizia e l’approssimazione nell’affrontare il grave problema la beffa. Il freddo sarà l’unico elemento democratico in questa vicenda, farà soffrire chi ha pagato e chi non hanno mai pagato. Di fatto i furbi, coloro che non hanno mai pagato, la stanno facendo franca, alla faccia della politica del pugno duro, annunciata in questi giorni. Lasciare che ogni cittadino si debba organizzare per ovviare al freddo, con tutti i rischi che può comportare, è la dichiarazione nella quale si rinuncia, da parte dell’amministrazione a svolgere il ruolo che le compete anche nel gestire un piano energetico del quartiere utile a tutta la città” continua il documento della ragazza marocchina, che individua come destinatario del proprio malcontento il vice sindaco Matteo Sassi.
“Sassi, vicesindaco e assessore anche al welfare, che poi significa benessere, colui che dovrebbe garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi ritenuti indispensabili ed aiutare le fasce di popolazione più in difficoltà, dichiara che “i furbetti se ne sono andati, chi è rimasto ha provveduto a montare caldaie in autonomia e molti non vogliono più sentir parlare di Iren, sono stati proposti piani di rientro del debito che i residenti non hanno accettato, quindi non ha senso la riattivazione ”. Lapalissiano, l’inverno torna ciclico, chi ha potuto si è organizzato autonomamente spendendo fino a 3500 euro, ma a quanti non hanno potuto provvedere Sassi cosa ha da dire? E’ vero molti non vogliono più avere a che fare con Iren, tanti a Reggio non solo in Via Turri, ma chi pagherebbe una bolletta fatturata due volte dal gestore? E quanti pagherebbero i debiti dei furbetti?” chiede Lamami.