Firenze – Tricolori al vento, uno striscione inequivocabile, “La sinistra ha fallito basta delinquenza”, la rivolta dei residenti di via Palazzuolo comincia così, nel sit-in tenutosi nel giardinetto che si trova al convergere di via Palazzuolo con via il Prato, in cui, come dice una residente molto arrabbiata, “abbiamo documentato cose incredibili”. Inenarrabili come persone straniere che in tempi di lockdown si ritrovavano lì per mangiare, bere e, dice la residente, darsi a pratiche conseguenti. Tutto senza mascherina o distanziamento. Ma il problema, al di là di tutto, è molto più grave. Come raccontano le cronache di questi giorni, fra aggressioni verbali e fisiche, come il taxi sfasciato una settimana fa da una persona che poco prima aveva avuto un alterco con un altro straniero, spaccio e ubriachi molesti, le persone che abitano nella via non sanno più a che santo votarsi. Insomma stando ai racconti, il problema è che quello spazio di Firenze che si estende fra via Palazzuolo e la stazione sembra davvero terra di nessuno, un vero e proprio bronx. Tant’è vero che, dicono i residenti, la paura corre anche quando si scende per strada, a qualsiasi ora, col rischio di essere insultati o minacciati.
“Non denunciamo nulla – dice Francesco Torselli, consigliere regionale uscente di FdI, presente all’iniziativa – in quanto ormai il sindaco Dario Nardella conosce mattonella per mattonella ciò che succede in questa via, in via degli Orti Oricellari, tante sono le interrogazioni e domande d’attualità che sono state presentate dai nostri rappresentanti e da me stesso circa la situazione della zona. Siamo qui a dare solidarietà ai residenti, agli operatori economici, trascurati da dieci anni dalle amministrazioni di centrosinistra che si sono susseguite, rendendo la situazione sempre più ingestibile”.
Soluzioni, solo questione d’ordine pubblico? “Se la domanda è se la presenza fissa, il presidio fisico delle forze dell’ordine sia la soluzione, rispondo di no, perché secondo me a monte esistono anche soluzioni differenti dal presidio fisico delle forze dell’ordine. Se però si parla dell’oggi in via Palazzuolo, qui deve esserci l’esercito, con tutto il rispetto per forze dell’ordine e polizia municipale, qui serve l’esercito. Lo stesso blindato che c’è in piazza Duomo, con i militari in tuta mimetica e mitra in mano, deve essere qui a presidiare il territorio. E’ la soluzione che proponiamo per tutto? No, ma in questo caso la situazione è sfuggita di mano e non la recuperi in nessun’altra maniera. E’ saltato un sistema: non esiste più il dialogo, la cooperazione, in questa zona qui, non strumentalizziamo dicendo dicendo che Firenze è tutta così, ma in questa zona qui le istituzioni hanno perso il controllo. Forse, se su questa zona negli anni ci avessero ascoltato, non saremmo a questi punti”.
Sulla questione, chiediamo anche lumi a uno straniero, regolare, con un lavoro, residente nell’area. “Il vero problema è che in questa parte della città la convivenza è difficile in quanto ci sono persone ben conosciute che se ne stanno dalla mattina alla sera senza fare nulla, in preda all’alcol, che disturbano e attaccano briga con tutti, compresi i residenti stranieri – dice – le segnalazioni che si fanno alle forze dell’ordine spesso o non vengono ascoltate oppure producono un fermo che poi non ottiene risultati, in quanto le stesse persone sono daccapo, entro qualche ora, di nuovo sulle stesse panchine. Ed è un danno per tutti, per quelle stesse persone che si sentono impunite, e per noi”.
Del resto, le molestie e le aggressioni, come specifica Torselli, vengono fatte a tutti i cittadini, “indipendentemente dalla tessera o dalle convinzioni politiche”. Insomma, pare di capire che il problema riguardi allo stesso modo sia chi è nero o bianco, di sinistra o di destra. In altre parole, tutti i cittadini. E che sia in buona parte di ordine sociale, lo confermano alcuni dei passanti. “Certo che se ne stanno all’aperto a mangiare, ad oziare ubriachi, ad attaccar briga e altro – dice un signore che si è fermato ad ascoltare – molti di loro dormono per strada perché non hanno casa dove tornare”. “Non è una giustificazione – conclude – ma forse un maggior controllo su chi sono queste persone, di cosa campano, se sono regolari o regolarizzabili potrebbe portare a risultati migliori. Intervenire unicamente con la forza sposta solo il problema”.
Foto: Luca Grillandini