Firenze – Sono stati fatti entrare, i vigili del fuoco che, con una scorta di due cellulari di polizia (che dopo aver bloccato la via di prima mattina, si sono posteggiati a distanza, in piazza Tasso e e in piazza Piattellina) e un gruppo di agenti in borghese, si sono presentati in via del Leone, verso le 8 di ieri mattina venerdì 30 giugno, per controllare lo stato fisico dello stabile sede dell’occupazione del Leone. Un’occupazione che ha profonde radici nel quartiere dell’oltrarno, San Frediano, dove è ben conosciuto dai residenti che anzi spesso insieme ai ragazzi che lo compongono svolgono le assemblee aperte e pubbliche della cittadinanza in piazza Tasso, a pochi metri, dove si trova anche la sede del giornale di strada Fuori binario, uno dei più “antichi” del genere sul suolo nazionale. Non solo. Accanto anche la “stanzina”, uno spazio importantissimo a livello simbolico e non per la popolazione di San Frediano, luogo dove si è svolto buona parte degli appuntamenti pubblico privati degli abitanti negli anni: un spazio pubblico in cui riunirsi per le feste, i compleanni, i piccoli appuntamenti di quartiere.
Un’area dunque storicamente significativa e partecipata per la popolazione dell’Oltrarno, che nell’occupazione vede uno dei soggetti di quel tessuto corale che ancora, e nonostante tutto, resiste in questa fetta di città. Così, l’arrivo (il secondo, dopo un primo tentativo esperito il 28 giugno scorso) dei vigili e delle forze dell’ordine in via del Leone, non poteva certo passare inossrvato. In poco tempo la gente scende in strada e, mentre i ragazzi escono e cominciano a parlamentare con i pompieri e la polizia, si avvicina curiosa. “Che volete fare?” “Perché siete tornati?”. Inutile dirlo, il sospetto è che l’operazione sia prodromo per uno sgombero. Ma presto la notizia emerge e corre di bocca in bocca: è “solo” un controllo per quanto riguarda la staticità dello stabile. “Un altro??” dice qualcuno. Mentre proseguono le “trattative” per entrare nello stabile, che presto si risolvono con l’ingresso dei pompieri nelle stanze, lo spiegamento di una scala antincendio e infine un nuovo stop perché per entrare nel seminterrato si sta spettando che giunga chi ha le chiavi, nella via continua ad arrivare la gente. Per lo più sono i residenti, fra i quali Francesco Torrigiani, che è anche consigliere di quartiere 1 per Spc, ma anche Dmitrij Palagi, consigliere comunale sempre di Spc e Lorenzo Masi, consigliere comunale del M5S. C’è anche il presidente di quartiere 4, Mirko Dormentoni, che si trovava in zona e arriva per capire che succede. Più tardi giungerà anche Fabrizio Valleri, della lista civica Firenze Libera che si presentò alle ultime amministrative, ora presidente dell’associazione dei Nidiaci.
Mentre il tempo passa, una signora che abita nella via si fa avanti. “Abito in una casa popolare proprio qui – dice ai vigili del fuoco – venite a dare una controllata anche al mio alloggio, che tra poco mi cade in capo?” “No signora – risponde un pompiere – non possiamo, senza l’ordine”. “Ma come, venite a controllare solo loro? E noi chi siamo? “, Da dietro,un altro residente. “Oh, allora venite anche a casa mia a vedere. Ho delle crepe…”. “No, scusate, non si può. Non abbiamo le autorizzazioni”. “Vien via, le autorizzazioni. Siete qui, salite du’ minuti”. Arriva un altro, in ciabatte: “Allora, che venite anche a casa mia?…”. Perplessità, anche a qualche pompiere scappa un sorriso. Poi, qualcuno domanda: “Ma come si fa, a chiedere se venite a casa a vedere?”. Spiegazioni, paziente un pompiere: “Dovete andare al tale ufficio in comune, fare un esposto, poi parte la procedura e poi …”. “Ma stamane, non potete proprio? Vi fo’ il caffè”.
Intanto, il controllo procede e a fine mattinata si giunge alla fine. Ma l’accesso, il secondo in due giorni, lascia strascichi, anche perché il sospetto che si tratti di azioni strumentali a un futuro sgombero è duro a morire, rafforzato dal fatto che il risultato del sopralluogo non viene comunicato neppure ai ragazzi che si trovano nello stabile. E di ciò si parla in una partecipata assemblea pubblica, che si è tenuta ieri sera in piazza Tasso, presenti oltre 150 persone residenti (dato il tasso di svuotamento del centro storico, un successo indiscutibile, segno che la questione è molto sentita) in cui si conferma la volontà di chiedere che “l’attenzione” delle istituzioni venga sollecitata per le condizioni di tutto il quartiere, come richiesto più volte dagli abitanti, non focalizzata dallo stabile di via del Leone.
“Lo stabile occupato è stato l’unico della via sottoposto a questo trattamento, malgrado i palesi e numerosi casi che richiedono urgente manutenzione pubblica. L’esito dell’ispezione non è stato comunicato nemmeno a chi nella casa ci vive e ha tutto l’interesse a tutelare la sicurezza del posto. Per questo riteniamo che l’accanimento di forze dell’ordine e vigili del fuoco sia un pretesto per un futuro sgombero – si legge in una nota diramata dal Leone – in un quartiere che cade a pezzi, non è questa la sicurezza che vogliamo. Mentre chi abita San Frediano chiede da anni interventi sulla messa in sicurezza delle case popolari in decadenza e delle strade dissestate, il comune specula sulla costruzione di grandi infrastrutture inutili e pericolose come il parcheggio interrato e l’hotel di costa San Giorgio. Inoltre distrae dalla sua negligenza facendo un controllo mirato a un’occupazione che è uno dei luoghi di comunicazione e tutela del rione. Denunciamo i pretesti strumentali usati per controllare una realtà che da 10 anni autogestisce la propria sicurezza, mentre il quartiere viene ignorato e passa inascoltato per interventi realmente necessari. Ad esempio: la manutenzione degli argini dell’Arno e delle voragini sulle strade di borgo san Frediano oppure ristrutturazioni per le case, messe ulteriormente a rischio dalle sempre più frequenti emergenze idrogeologiche ed eventi climatici estremi”.
Nel tempo, dopo un’ordinanza firmata Renzi del 2013, nello stabile si sono svolti almeno due controlli. Poi, gli accessi delle ultime ore. Sulla vicenda, intervengono con una nota i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, del gruppo comunale, Giorgio Ridolfi e Francesco Torrigiani, consiglieri del Quartiere 1.
“Ieri e oggi le ragazze e i ragazzi dell’immobile occupato di via del Leone hanno vissuto ore di paura. I Vigili del Fuoco hanno infatti effettuato dei controlli sull’edificio, senza che ci fosse stato il minimo preavviso. Si parla di un’ordinanza dell’allora Sindaco Renzi, di dieci anni fa, che avrebbe scatenato un allarme sicurezza. Perché il Comune di Firenze non ha tentato – anche informalmente – di individuare soluzioni capaci di individuare ogni eventuale criticità senza dispiegare le forze dell’ordine? Chi ha deciso di agire in questi tempi e con queste modalità? Ma soprattutto, l’esito dei controlli dei Vigili del Fuoco sarà comunicato anche alle e agli occupanti? O si preferirà la retorica della legalità astratta? In quella zona ci sono tante case popolari che avrebbero bisogno di investimenti. Facciamo di questa vicenda un’occasione per un piano straordinario di investimenti sul patrimonio edilizio del Comune?
Diamo solidarietà a chi ha vissuto momenti di paura tra ieri e oggi. Eravamo presenti e lo saremo, perché vogliamo mettere in discussione l’assenza di rapporti tra società e sistema istituzionale. Senza strumentalizzazioni e nel rispetto dell’autonomia di ogni movimento, ma sapendo quanto via del Leone sia un riferimento per tutta la cittadinanza”.