Gli effetti dei cambiamenti climatici, e non certo i fabbisogni idrici delle terre del Parmigiano Reggiano, hanno riportato alla ribalta una potenziale diga in Val d’Enza, ma attenzione, non si parla né delle capacità idriche che deve avere, né della località dove dovrebbe essere realizzata, come se di studi di fattibilità, progetti e appalti di una diga in Val d’Enza non se ne parlasse da oltre 160 anni; immagino i commenti che dall’aldilà il dott. Grisanti e l’ing. Marcello si scambieranno, considerato che entrambi videro l’inizio dei lavori dei loro progetti ma non videro mai la realizzazione di quest’opera.
Ma la crisi idrica che si protrae da decenni, già nel 2010 la rivista L’Espresso pubblicava, in copertina, che i territori dell’Emilia Romagna sarebbero stati colpiti dagli effetti della desertificazione, ma le ideologie dei NO a tutto, sostenute da vari esponenti politici si sono sempre opposti alla realizzazione di questa importante opera, convinti che la siccità la si possa affrontare con le bottigliette di acqua minerale, una volta definito se usare la naturale o la gassata.
Ora è stato finanziato lo “studio di fattibilità” di una diga sull’Enza, a mio avviso siamo un paese di matti, ma quali studi di fattibilità occorre fare sull’Enza, nessuno, si diano questi 3,2 ML di Euro a chi di dovere ma non parliamo di studi di fattibilità; prima il progetto Grisanti del 1926 poi il Progetto Marcello del 1987 videro l’inizio lavori, e oggi riparlare di studi di fattibilità è veramente inconcepibile.
Sulla Valle dell’Enza non c’è alcun studio di fattibilità da fare, le Dighe non si fanno ovunque, si fanno solo nelle località dove madre natura lo consente e sull’Enza c’è solo la Stretta di Vetto e la Stretta delle Gazze che consentono di impostare una diga, alla Stretta delle Gazze è realizzabile una diga di capacità di circa 40/50 ML/mc e a Vetto una diga fino a 180/200 ML/mc.
Sulle necessità idriche lo Studio di Impatto Ambientale allegato al progetto Marcello definiva i fabbisogni idrici ed irrigui delle province di Parma e Reggio Emilia e nel 2018 il Tavolo Tecnico Enza, istituito dalla Regione Emilia Romagna, definiva che, per il solo conoide dell’Enza, servivano 54 ML/mc di acqua, che significa averne in invaso almeno il doppio, 108 ML/mc, ma solo per il conoide Enza mentre la Diga di Vetto avrebbe coperto i fabbisogni idrici dal Taro al Tresinaro.
Ma la cosa che più spaventa è apprendere che AIPO e Regione propongono di realizzare un invaso da 27 ML/mc sull’Enza, questa sarebbe la proposta più inconcepibile, più assurda, più ingiustificata, più improponibile sotto qualsiasi aspetto tecnico e del buon senso che una mente umana possa esprimere; a fronte della necessità di disporre di un potere di laminazione pari a 30 ML/mc per proteggere la Valle da esondazioni, definita dallo Studio di Impatto Ambientale, proporre un invaso da 27 ML/mc che non sarebbe neppure in grado di sopperire a questa necessità supera l’immaginabile, Il progetto Marcello della Diga di Vetto prevedeva una capacità idrica da 100 ML/mc più altri 30 ML/mc per trattenere le piene ed evitare le esondazioni a valle, immagino che chi propone una diga da 27 ML/mc intenda tenerla perennemente vuota per far fronte a questa necessità.
Una Diga dal costruirla da 27 ML/mc o da 100 ML/mc il costo è quasi identico ma i benefici di una diga da 100 ML/mc sono cento volte superiori, ma il concetto fondamentale è che una Diga va realizzata per i fabbisogni di domani, considerando che una diga realizzata a circa 30 km dalla sorgente è soggetta ad una notevole inertizzazione e ogni anno perde capacità idrica.
Sul fatto di rifare la progettazione sarebbe accettabile solo nel caso si proponesse di realizzare nella Stretta di Vetto un invaso da 180 ML/mc e non da 130 come previsto dal progetto Marcello, ma pensare di fare la progettazione per un invaso più piccolo è un voler impedire alle future generazioni di sfruttare queste due località per realizzare le opere che servono, una diga non si può alzare.
Il potere politico Regionale credo che non avrà mai il potere di definire che sull’Enza deve essere fatta una diga da almeno 130 ML/mc; solo la nomina di un Commissario ad Hoc per la diga di Vetto, come fatto per il Ponte di Genova, potrà decidere che tipo di invaso realizzare e in tempi accettabili, a partire dalla “prediga” che garantirebbe entro un anno dall’inizio lavori quasi dieci di milioni di metri cubi d’acqua utilizzabili.
Geom. Lino Franzini
Presidente della Municipalità di Ramiseto (RE)
Presidente del Comitato promotore Diga di Vetto
Cell. 328 2776268