Porcari (Lucca) – In questi giorni si sta giocando una partita che ha il sapore del paradosso a Porcari, (Lucca). Un paradosso alla soluzione del quale sono sospesi i destini di almeno 62 operai e delle loro famiglie.
Ed ecco i fatti. Il quesito cui sono appese le sorti di questi lavoratori e famiglie, discende dalla decisione che deve prendere l’Inps, che chiarirà se Snai possa essere inquadrata come industria o come attività di terziario. Questione non da poco, perché, a seconda della risposta, i dipendenti sapranno se sono titolari o meno del diritto agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e contratti di solidarietà). Ed è dalla risposta dell’Inps, visto il ridimensionamento che la crisi ha indotto nelle strutture Snai (a Porcari sono 350 dipendenti) che dipende “immediatamente e direttamente” il destino di 62 operai dell’area lucchese. Un danno che, come dice il segretario Fiom Cgil di Lucca Mauro Rossi, potrebbe essere enorme, nell’eventualità di una decisione negativa da parte dell’Inps.
L’allarme era già stato lanciato dalla Fiom Cgil alla fine di dicembre (la crisi della Snai di Porcari dura da circa un anno) ma torna con urgenza ora, dal momento che la decisione verrà presa, da parte dell’Inps, in questi giorni. I 350 dipendenti di Snai Porcari, come informa in una nota il sindacato, “applicano il contratto metalmeccanico”. Ciò significa, puntualizza il segretario Fiom Cgil Rossi, che “la Società Snai (e con essa, in quota parte, anche i propri dipendenti) sono 15 anni che versa all’Inps i contributi dovuti per poter beneficiare degli ammortizzatori sociali. Sono 15 anni che l’Inps glieli lascia versare e li incassa”.
I contributi, beninteso, sono quelli versati coerentemente con i contratti vigenti per i dipendenti, ovvero “metalmeccanici”. Quanto? Ecco le cifre: “Prendendo a riferimento una retribuzione media, un semplice calcolo dimostra che si tratta di un versamento di circa 225.440 € annui che, moltiplicati per i 15 anni totali di versamenti effettuati, portano ad una cifra di circa 3.381.000 €. Possibile che per 15 anni nessuno abbia avuto niente da eccepire e che adesso si scopra che, forse, si tratta di somme impropriamente versate e che eventualmente sarebbero ristornate all’Azienda (in ogni caso soltanto gli ultimi 5 anni perché gli altri 10 sarebbero nel frattempo caduti in prescrizione)?”, è la domanda del segretario della Cgil.
“La vertenza Snai, che ormai dura da più di un anno, è già di per sé particolarmente difficile – conclude Rossi – non complichiamola ulteriormente con queste incapacità e rigidità burocratiche che se non avessero a che fare con la vita reale delle persone, sfiorerebbero il grottesco. Una soluzione può e deve essere trovata e tutti devono contribuire a trovarla. Le lavoratrici ed i lavoratori di Snai non ne possono davvero più”.