Firenze – “I ciclofattorini, che hanno subito un trattamento grave e inaccettabile, devono essere riassunti alle stesse condizioni e occorre regolamentare il settore per garantire a tutti diritti e tutele”: così Ilaria Lani di Nidil Cgil e Silvia Casini di Felsa Cisl, al termine del Tavolo sulla vertenza Foodora-Glovo che si è riunito oggi pomeriggio in Regione alla presenza del consigliere del Presidente sul lavoro Gianfranco Simoncini e di un esponente dell’assessorato al lavoro del Comune di Firenze.
La Regione si è impegnata a convocare le aziende interessate e a sollecitare sulla vertenza il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico, anche alla luce del tavolo che su questo settore si è insediato con le organizzazioni di rappresentanza.
I “Riders” o “ciclofattorini”, rappresentati dalla Nidil Cgil, sono stati ricevuti anche dalla Commissione lavoro del Consiglio comunale di Firenze. “Ci siamo impegnati – spiega il presidente della Commissione Cosimo Guccione – a continuare a seguire la vicenda a livello locale e siamo pronti a redigere atti per sostenere le loro posizioni. Il problema però non è solo fiorentino ma nazionale. Il Governo aveva promesso che avrebbe trovato velocemente una soluzione per questi lavoratori atipici. Stiamo ancora aspettando un intervento per dare delle risposte a questi ragazzi”.
A Firenze sono circa 200 i ciclofattorini di Foodora che resteranno senza lavoro dal 1° dicembre, quando scadrà il loro contratto (un Co.co.co): con l’annunciata vendita di Foodora a Glovo, è infatti trapelata la volontà di Glovo di non voler dare continuità ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa instaurati da Foodora con quasi 2mila rider in tutta Italia. Per continuare a lavorare, se vorranno, potranno solo partecipare alle selezioni di Glovo, senza nessuna garanzia di continuità occupazionale, e sperare di vincerle all’interno di una gara con nuovi sistemi di ranking. Qualora fossero scelti da Glovo, vedrebbero in ogni caso peggiorare le proprie condizioni di lavoro, in quanto non avrebbero un Co.co.co ma una collaborazione occasionale pagata a cottimo.