Vent’anni dopoOmicidio Rombaldi, c’è un sospettato

E’ un ex vigile urbano di 65 anni. Interrogato dal pm Pantani, si proclama innocente

Vent’anni dopo l’omicidio del dottor Carlo Rombaldi c’è un sospettato. E’ un pensionato di 65 anni, che all’epoca dei fatti lavorava come vigile urbano ed era un vicino di casa della vittima. Gli inquirenti sono arrivati a lui tramite una pistola 38 special compatibile con quella utilizata per commettere il delitto.

Indagini a una svolta? Difficile dirlo, al momento. In vent’anni false piste e voci prive di fondamento si sono rincorse senza sosta, per cui la prudenza è d’obbligo. Questa volta sembra però esserci una traccia un po’ meno labile: una pistola regolarmente denunciata in questura qualche anno fa era stata venduta dal 65enne indagato, Pietro Fontanesi. Ma lui quell’arma non l’aveva mai denunciata.

L’uomo, difeso dall’avvocato Giovanni Tarquini, è già stato sentito dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani e si è proclamato innocente.

Il dottor Carlo Rombaldi, 41 anni, chirurgo del Santa Maria Nuova,  sposato e padre di due figli, la sera del 7 maggio era uscito a cena con alcuni colleghi. Al rientro a casa – al civico 7 di via Filzi – subito dopo avere messo l’auto in garage fu raggiunto da alcuni colpi di pistola (i vicini hanno parlato di tre spari). Morì poco dopo l’arrivo in ospedale.

Le indagini, coordinate dall’allora procuratore Bevilaqua, non portarono da nessuna parte. Nessun movente, pochissimi indizi e troppe piste che si sono perse nel nulla.

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