Firenze – “La nostra società avrebbe bisogno di un altro Social Forum”. A dirlo, a margine dell’inaugurazione della mostra “Firenze e la Toscana a vent’anni dal Social Forum Europeo” organizzata dalla Regione Toscana all’Auditorum della Biblioteca delle Oblate di Firenze in occasione del ventesimo anniversario dell’evento che portò Firenze alla ribalta mondiale, il presidente della Regione Eugenio Giani.
L’inaugurazione della mostra è stata anticipata dalla proiezione del docufilm “Firenze, il nostro domani” girato nei giorni del Social Forum Europeo del 2002.
“Vedere oggi le immagini di venti anni fa è una sensazione bellissima – ha continuato Giani – Allora fu una scommessa riuscita, fu la manifestazione della capacità della Toscana di parlare al mondo e l’espressione del protagonismo dei giovani che misero in atto una sorta di rivoluzione pacifica dell’approccio alla politica e alla partecipazione, influenzando poi in parte la vita delle istituzioni e le risposte ai cittadini. I giovani con i quali dialoghiamo oggi sono una generazione diversa in cui il protagonismo si esprime attraverso le infrastrutture digitali, l’impegno a favore della sostenibilità ambientale e di un nuovo modo di lavorare ma auspico che accanto a tutto questo possa crescere anche quello sguardo sul mondo e i problemi che lo attraversano che fu proprio del Social Forum”.
Dopo il taglio del nastro, è seguita la tavola rotonda “Vent’anni dal Social Forum Europeo: istituzioni, associazioni, giovani, un dialogo ancora possibile” in cui con il presidente Giani e il sindaco di Firenze Dario Nardella hanno dialogato con i protagonisti di quella stagione, l’allora presidente della Regione Claudio Martini e l’allora sindaco di Firenze Leonardo Domenici oltre all’allora portavoce del Social Forum Tommaso Fattori, la presidente della Consulta degli studenti di Firenze Letizia Sanap e Alessandro Rosati presidente della Consulta degli studenti di Lucca.
“La nostra pluralità e diversità sono la nostra ricchezza”, hanno sottolineato alcune delle figure organizzatrici delle oltre 40 iniziative che si terranno in città il 10 e l’11 novembre per poi confluire nella grande assemblea plenaria del 12 e 13 novembre al Palaffari. “Veniamo da anni di frammentazione dei movimenti e degli attori sociali del nostro continente. A Firenze vogliamo costruire le precondizioni per una nuova convergenza sociale europea, per rendere più visibili e più forti le nostre alternative di sistema”.
“Se venti anni ci avessero dato retta, non ci troveremo nella situazione drammatica di oggi. Avevamo ragione, quando nel 2002 denunciavamo, qui a Firenze, la catastrofe militare, ambientale e sociale a cui andavamo incontro e ribadiamo oggi che “loro sono la malattia, noi siamo la cura”.
“Oggi le nostre proposte e pratiche sono molto più radicate di allora, ma dobbiamo riuscire a dimostrare alle persone, spaventate e frustrate, che c’è un’altra via: una società che non abbia al primo posto il profitto ma la cura degli esseri umani, del vivente e del pianeta. Solo insieme possiamo riuscirci.”
Un frammento di questo variegato mosaico è rappresentato dalle persone intervenute in conferenza stampa per presentare 2022Firenze, nel quale si mescoleranno organizzazioni già protagoniste del Forum Sociale Europeo del 2002 e movimenti di nuova generazione come i Fridays for Future, intellettuali impegnati come il nobel per la fisica Giorgio Parisi e attiviste e attivisti di organizzazioni sociali, sindacati, movimenti di tutta Europa.