Venezia 75: splendida giornata del cinema Italiano con i Taviani e Minervini

Venezia – Una gloria del passato del cinema italiano, e un vero talento giovane si incrociano al Lido di Venezia dando un giusto omaggio al cinema italiano d’autore:  dieci minuti di Standing ovation per per I Fratelli Taviani e per il loro  “La notte di San Lorenzo”, presentato nel programma Venezia Classici; e una lunga ed affollata fila di giovani per vedere il bellissimo documentario di Roberto Minervini “ Cosa fare quando il mondo va in fiamma”, presentato nel concorso ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia.  Molti di loro non riusciranno ad entrare a causa dell’esaurimento dei posti.

Per “La notte di San Lorenzo” (1982), uno dei più bei film di Paolo e Vittorio Taviani, la sala Giardini era gremita. Alla fine della proiezione, il pubblico ha tributato a Paolo e, idealmente, a suo fratello Vittorio (scomparso lo scorso 15 aprile) un applauso interminabile, di fronte al quale il regista si è visibilmente commosso.

La notte di San Lorenzo è il nostro film più autobiografico – ha dichiarato Paolo Taviani – quello in cui Vittorio ed io abbiamo messo i nostri ricordi della guerra, che abbiamo vissuto da ragazzi. La bambina protagonista, che da adulta racconta il film al suo figliolo appena nato, siamo noi. Il film rievoca un tragico episodio avvenuto nel nostro paese natale, a San Miniato, nell’estate del 1944. Quando si è diffusa la notizia che il Centro Sperimentale e l’Istituto Luce stavano realizzando questo restauro, molti amici mi hanno chiamato per felicitarsi. Uno mi ha detto: credo che l’immagine più celebre del film, quella del fascista trafitto dalle lance degli antichi greci – un’immagine che è stata il manifesto del film in molti paesi, a cominciare dagli Stati Uniti – dovrebbe essere stampata e affissa in tutta Italia, per ricordare a tutti cosa è stato il fascismo e come va combattuto”.

Assieme a Paolo Taviani, in sala, era presente la moglie Lina Nerli Taviani, costumista del film. Il restauro è stato curato da Giuseppe Lanci, docente di fotografia al Csc e direttore della fotografia che ha firmato i film dei fratelli Taviani da Good Morning Babilonia (1987) in poi, da Federico Savina per quanto riguarda il restauro del suono e da Pasquale Cuzzupoli, apprezzatissimo tecnico che lavora ai restauri realizzati a Cinecittà.

Non c’è Pace senza Giustizia

Più che potere nero è il potere delle donne che muove gli eventi del film “Cosa fai quando il mondo va in fiamma” di Roberto Minervini che presenta, per la prima volta, un suo film nel concorso della 75ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

No peace without Justice – Non c’è Pace senza la Giustizia” lo slogan urlato dai manifestanti che chiedono giustizia mettendo tutti in guardia: una voce che trasforma il piccolo gruppo dei manifestanti ad una marea umana reclamante, pacificamente, i propri diritti in un paese democratico ed il diritto di sapere perché sono stati uccusi per mano della polizia due dei loro compagni. La loro è una marcia pacifica anche perché ben sanno che la polizia è lì pronta per la carica e per gli arresti

Siamo nell’estate 2017, una serie di brutali uccisioni di giovani africani americani per mano della polizia scuote gli Stati Uniti. Una comunità nera del Sud americano affronta gli effetti persistenti del passato, cercando di sopravvivere in un paese che non è dalla parte della sua gente. Intanto le Black Panthers organizzano una ferma manifestazione di protesta contro la brutalità della polizia. Una scottante riflessione sul concetto di razza in America.

Dice Roberto Minervini “Ho raccontato storie del Sud americano che si sono svolte in forme inaspettate sotto i miei occhi. Ho documentato aree dell’America di oggi dove i semi della rabbia reazionaria e anti-istituzionale (cui il paese deve la presidenza di Donald Trump) erano già stati piantati, anche se solo pochi si erano presi la briga di accorgersene. Questa volta ho voluto scavare ancora più a fondo nelle radici della disuguaglianza sociale nell’America odierna, concentrandomi sulla condizione degli africani americani”.

Nella fase di ricerca e preparazione del film il regista e i suoi collaboratori sono riusciti ad avere accesso a quartieri e comunità off-limits per i più, e dice a proposito “ Mi sono presto reso conto che la maggior parte delle persone si sentiva molto coinvolta in due eventi drammatici della recente storia locale: l’uragano Katrina (2005) e l’uccisione di Alton Sterling per mano di due poliziotti (2016). Entrambi gli eventi erano stati una conseguenza diretta della negligenza istituzionale, del divario socioeconomico tra poveri e ricchi e del forte razzismo endemico. Mossa dalla collera e dalla paura, la gente cercava un’occasione per raccontare a voce alta le proprie storie”.  “La mia speranza” conclude Minervini “è che What You Gonna Do When the World’s on Fire? susciti un dibattito necessario sulle attuali condizioni dei neri americani che, oggi più che mai, vedono intensificarsi i crimini motivati dall’odio e delle politiche discriminatorie”.

Foto: Paolo Taviani a Venezia

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