Venezia 2018: vola alto la Favorita di Lanthimos, ottimo Cremonini con il caso Cucchi

Venezia – E’  ancora molto presto per parlare di Leone d’Oro o di altri premi. Siamo solo al secondo giorno della 75ma edizione della Mostra del Cinema, ma sicuramente il greco Yorgos Lanthimos, con il suo “The Favourite” (La Favorita), ha messo una seria ipoteca su uno dei premi e sarà veramente molto difficile per Guillermo Del Toro e la sua giuria, che hanno visto il film alla proiezione stampa di metà mattinata, non prendere in seria considerazione l’interpretazione delle tre attrici protagoniste del film Olivia Colman, Emma Stone e Rachel Weisz; ciascuna di loro meriterebbe la coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile, e non è escluso che tutte e tre salgano sul palco della sala Grande la sera dell’8 settembre per ritirare il premio.

Siamo all’Inizio del XVIII secolo. L’Inghilterra è in guerra con la Francia. Ciononostante, le corse delle anatre e le ananas ai banchetti spopolano. La gracile regina Ann Stuart (Olivia Colman) occupa il trono, mentre la sua amica intima Lady Sarah (Rachel Weisz) governa il paese al posto suo, prendendosi cura della sua salute cagionevole e del suo carattere volubile.

Quando arriva Abigail (Emma Stone), una nuova cameriera, il suo fascino la fa entrare nelle grazie di Sarah, che la prende sotto la sua ala protettrice, facendole intravedere l’occasione di tornare alle sue radici aristocratiche. Poiché la politica bellica assorbe Sarah quasi completamente, Abigail prende il suo posto come compagna della regina. La loro fiorente amicizia consente ad Abigail di realizzare le sue ambizioni: non permetterà che donna, uomo, questione politica o un coniglio si mettano sulla sua strada.

Farà sicuramente molto discutere invece il film d’apertura del concorso Orizzonti “Sulla Mia Pelle” di Alessio Cremonini che racconta passo per passo gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi e della settimana che ha cambiato per sempre la vita della sua famiglia. Il volto di Cucchi è affidato a Alessandro Borghi, che per interpretare Stefano Cucchi ha dovuto perdere 18 chili.
La battagliera sorella Ilaria Cucchi è interpretata da Jasmine Trinca. “Quando Stefano Cucchi muore nelle prime ore del 22 ottobre 2009, è il decesso in carcere numero 148 di quell’anno,” dice il regista. “Al 31 dicembre, la cifra raggiungerà l’incredibile quota di 176: in due mesi, 30 morti in più. Nei sette giorni che vanno dall’arresto alla morte, Stefano Cucchi viene a contatto con 140 persone fra carabinieri, giudici, agenti di polizia penitenziaria, medici, infermieri. E in pochi, pochissimi, intuiscono il dramma che sta vivendo. È la potenza di queste cifre,” continua Cremonini, “il totale dei morti in carcere e quello del personale incontrato da Stefano durante la detenzione, che mi ha spinto a raccontare la sua storia: sono numeri che fanno impressione, perché quei numeri sono persone.”“Di tutta la vicenda, le polemiche, i processi, è l’ovvia ma allo stesso tempo penosa impossibilità di difendersi, di spiegarsi, da parte della vittima ad avermi toccato profondamente: tutti possono parlare di lui, tranne lui,” sottolinea Cremonini. “Sulla mia pelle nasce dal desiderio di strappare Stefano alla drammatica fissità delle terribili foto che tutti noi conosciamo, quelle che lo ritraggono morto sul lettino autoptico, e ridargli vita. Movimento. Parola”.
E conclude: “Sulla Mia Pelle, fra le varie cose, è un modo di battersi, di opporsi alla più grande delle ingiustizie: il silenzio.” Alessio Cremonini considera le parole pronunciate sul caso dal procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone “le più illuminanti tra tutte le parole che negli anni sono state spese su questo caso.” Dice Pignatone: “Non è accettabile, da un punto di vista sociale e civile prima ancora che giuridico, che una persona muoia non per cause naturali mentre è affidata alla responsabilità degli organi dello Stato.”
Delude invece “The Mountain” di Rick Alverson che non va oltre ad un’esercizio di stile e di dimostrazione di capacità di riportare in indietro i colori, suoni e dimensione di schermo d’epoca. Il film si svolge nell’America degli anni cinquanta, in cui un giovane introverso (Tye Sheridan) si unisce a un famoso lobotomista (Jeff Goldblum) che promuove la propria procedura, la cui validità è stata da poco smentita.
Durante le visite agli ospedali psichiatrici, il giovane comincia a identificarsi con i pazienti, in particolare con la figlia di un carismatico leader del nascente movimento New Age nelle regioni dell’Ovest. Ottima interpretazione di Jeff Goldblum, purtroppo slegata però dal film.
Nella foto: Le file per l’entrata alla proiezione del film dei Fratelli Coen, al concorso di Venezia 75 il 31 agosto
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