Vedo nero: crolla del 50% il settore metalmeccanico reggiano. 410 aziende per 27mila addetti

Il Gruppo Metalmeccanico di Unindustria Reggio Emilia – che rappresenta 410 aziende per un totale di circa 27.000 addetti – partecipa all’iniziativa nazionale di Federmeccanica “I giorni della metalmeccanica”.

Ogni tre mesi viene illustrato il quadro congiunturale di settore: la pandemia da Covid-19 ha fortemente compromesso lo scenario economico globale. Non è al momento chiaro con quali tempi esso sarà ristabilito, considerata l’incertezza sulla durata, l’intensità e sull’evoluzione del Covid-19. E’ tuttavia ormai chiaro che le ricadute per l’economia globale saranno molto più gravi di quelle della crisi del 2008 e del 2012.

Livello nazionale

Nel bimestre marzo-aprile 2020 l’attività produttiva metalmeccanica italiana ha registrato una contrazione pari al 47,6% rispetto a gennaio-febbraio e al 44,1% nel confronto con l’analogo periodo del 2019.

Complessivamente i volumi di produzione metalmeccanica realizzati nel mese di aprile risultano più che dimezzati (-54,6%) rispetto a febbraio.

Si tratta di un risultato peggiore delle dinamiche produttive dell’intero comparto industriale e di gran lunga sfavorevole nel confronto con le fasi recessive del 2008-2009 e del 2011 innescate, rispettivamente, dai mutui subprime e dalla crisi dei debiti sovrani dei paesi dell’Eurozona.

Nell’ambito del metalmeccanico i forti cali produttivi risultano diffusi a tutte le attività del settore. In particolare, nel bimestre marzo-aprile, la produzione del comparto della Metallurgia è crollata del 44,1% rispetto al bimestre precedente, quella di Prodotti in metallo del 45,1% e quella di Macchine e materiale meccanico del 45,6%. La produzione di Altri mezzi di trasporto (navalmeccanica, aerospaziale, motocicli, materiale ferrotranviario) si è ridotta del 60,2% e quella di Autoveicoli e rimorchi addirittura del 74,9%.

Livello locale

L’emergenza sanitaria Covid-19 e le misure di contenimento hanno avuto un impatto economico molto rilevante anche sull’attività produttiva delle imprese metalmeccaniche reggiane, poiché hanno limitato la mobilità internazionale delle merci, quella interna dei consumatori e ha obbligato molte imprese alla sospensione delle attività. Nel solo mese di aprile i volumi della produzione sono scesi del 50%.

Numerosi sono i fattori che hanno determinato il crollo dell’attività produttiva. Dal lato dell’offerta, l’attività è frenata dagli elevati livelli delle scorte che devono essere smaltite prima che il ciclo produttivo possa tornare su ritmi normali; ciò si affianca al forte peggioramento delle attese degli imprenditori manifatturieri sulla domanda nei prossimi mesi; queste due condizioni da sole determinano un avvitamento che frena l’attività e incide anche sulla programmazione degli investimenti.

Dal punto di vista della domanda, si è registrato un calo dei consumi delle famiglie a causa dell’incertezza sui tempi di uscita dall’emergenza sanitaria con un conseguente aumento precauzionale del risparmio e rinvio degli acquisti di non prima necessità; inoltre, le abitudini di spesa sono radicalmente cambiate e molto gradualmente torneranno a quelle precedenti, mentre l’aumento esponenziale della CIG ha determinato la perdita di potere d’acquisto. Nel trimestre marzo-maggio vi è stata un’esplosione delle ore autorizzate di CIG che sono passate dalle 139.298 dell’analogo periodo del 2019 alle 8.847.320 di quest’anno, con un incremento del 6251%.

Sul forte calo dell’attività metalmeccanica ha pesato, oltre che la caduta della domanda interna, anche la contrazione della componente estera, risultata compromessa dall’adozione delle misure di contenimento del Covid-19 anche negli altri paesi. Questo blocco delle attività non ha consentito un adeguato rinnovamento del portafoglio ordini e ciò si ripercuoterà negativamente su produzione ed export dei mesi autunnali.

Nel mese di marzo, infatti, le quote di fatturato metalmeccanico destinate ai mercati esteri sono diminuite del 13,2% rispetto allo stesso mese del 2019; le importazioni si sono ridotte del 23,1%.

Per quanto riguarda le aree di destinazione dei prodotti metalmeccanici provinciali, nel mese di marzo 2020 si osserva un calo tendenziale più accentuato per i flussi diretti verso la Germania (-18,3%), la Gran Bretagna (-28,1%) oltre agli altri paesi dell’Unione Europea (-14,9).

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