Nella recente intervista a Festareggio il Sindaco si è superato: oltre a smentire se stesso sulla palude del Park Vittoria, ha sciorinato sull’acqua pubblica una sequela di bugie che avrebbe fatto impallidire Pinocchio. Confutiamole, una volta per tutte.
Ecco il Vecchi pensiero: “A conti fatti il primo giorno di attività fa iscrivere a bilancio una perdita di 200 milioni che ricadrà sui cittadini sotto forma di bollette. Io che per mestiere ho sempre valutato la sostenibilità economica di un’operazione, ho il dovere di essere chiaro”. Altra perla di saggezza contabile: “Non rinnego la bontà di quel progetto, ma non sta in piedi”.
Mica male per un revisore dei conti.
Portare l’acqua sotto controllo pubblico costerà, come i vari studi di fattibilità hanno chiaramente evidenziato, circa 25 milioni di euro necessari all’avvio della nuova azienda, per i quali sarà necessario un finanziamento da ripagare gradualmente. Tutto il resto (102/103 milioni) non sono altro che mutui, dunque debiti, ereditati da Agac e Iren, che stiamo già pagando e continueremo a pagare con la nostra bolletta.
L’operazione genererebbe altresì un credito Iva tra i 25 e i 30 milioni, recuperabile nel giro di massimo due anni dall’erario.
Dunque, il nostro revisore dei conti che prende ordini da Iren ha mentito quattro volte.
La prima perchè l’importo complessivo dell’esposizione finanziaria (non della perdita, caro revisore) che la ripubblicizzazione creerebbe non è superiore, largheggiando, a 160 milioni, di cui peraltro 25/30 non sono un vero debito ma, appunto, un credito da recuperare dal fisco.
La seconda perchè parlare di perdita di 200 milioni di euro è un atto di incompetenza o, ancor peggio, di pirateria politica. Il costo effettivo (non perdita, caro revisore), peraltro in capo ai 44 Comuni soci Agac infrastrutture, sarà pari come abbiamo visto a non più di 25 milioni.
La terza, perchè la sostenibilità economica è insita nel meccanismo tariffario reintrodotto peraltro in spregio all’esito referendario: la bolletta copre tutti i costi, anche quelli per gli interessi passivi derivanti dai prestiti contratti, e pertanto il progetto si paga da sè, con un ammortamento di massimo 16 anni.
La quarta perchè, come vari studi hanno dimostrato, la dimensione ottimale per la gestione del servizio idrico è proprio su scala provinciale, mentre la maxiutility vagheggiata dall’ambizioso ex Sindaco Delrio non offre alcun vantaggio per la gestione dell’acqua.
Vecchi, il Sindaco che con una quota del 8,34% prende ordini da Iren, quella del debito di 2.200 milioni, non i 200 milioni di cui egli vaneggia. E che mente ai cittadini, anche a quelli che lo hanno votato e che vogliono l’acqua pubblica.
Francesco Fantuzzi
Gruppo interprovinciale Piccoli azionisti