Mentre i contagi aumentano, si abbassa notevolmente l’età degli infetti e cresce altrettanto notevolmente il numero di coloro che non presentano più nessun tipo di sintomo, tra pochi giorni vedrà la luce sulla rivista scientifica internazionale Computation, una nuova ricerca curata da alcuni studiosi dell’Università di Bologna guidati dal professor Marco Roccetti, che all’Alma Mater insegna Informatica e non è un medico ma che mette ulteriormente in guardia dal voler abbassare la guardia a tutti i costi.
Già capofila di un’equipe che aveva studiato la possibile correlazione tra la diffusione del covid e le aree maggiormente inquinate, questa volta il monito dello studio di Roccetti è sull’uso delle mascherine, distanziamento interpersonale e igiene delle mani. Facendo massiccio uso di queste precauzioni in sostanza la seconda ondata avrebbe effetti moderati, in assenza di questi dispositivi di prevenzione invece, l’effetto sarebbe molto più grave.
Non che ci volesse uno studio aritmetico per capire che le probabilità di contagio fossero più alte assumendo comportamenti sociali all’acqua di rose ma certo gli algoritmi istruiti attraverso tecniche di machine learning, di cui uno scelto con precisione al 90%, danno percentuali inequivocabili di maggior o minore diffusione del coronavirus in modo strettamente dipendente a quanto di diceva. Sul piano politico però la linea sbandierata dal Governo è quella del “mai più lockdown” e riapertura sicura delle scuole a metà settembre