Un "primo studio", come dice il sottotitolo dello spettacolo "Variazioni Frankenstein", prodotto da Altredestinazioni Teatro con il supporto del Teatro di Pisa, e figlio del laboratorio tenuto da Francesco Niccolini, autore del recente Galileo di Marco Paolini, e da Lorenzo M. Mucci a San Miniato la scorsa estate nell’ambito di “Prima del Teatro – Scuola Europea per l’Arte dell’Attore”. Nella sua versione definitiva debutterà in prima nazionale quest’estate proprio a San Miniato. (un “primo studio”, come recita il sottotitolo). Andrà di scena nella sala “Titta Ruffo” del Teatro Verdi mercoledì 7 e giovedì 8 marzo in due orari: alle ore 11:00 per le scuole e alle ore 21:00 per tutti. Nella foto gli interpreti: Paolo Giommarelli, Elisa Proietti, Luigi Ragoni e Sabrina Ianello. Gli oggetti di scena sono di Beatrice Meoni.
La celeberrima storia di Frankenstein frutto della penna di Mary Shelley è divenuta così un punto di partenza perfetto per una riflessione sull’etica della scienza. Il personaggio dello scienziato Viktor Frankenstein che si spinge oltre ogni limite pensabile, anche se con intenti generosi, lo spessore tragico di lui stesso e della sua creatura, insieme alla visionarietà e alla straordinaria modernità della storia, sono una fertile provocazione che Francesco Niccolini raccoglie riprendendo i temi del romanzo per scrivere un testo autonomo arricchito da temi e riflessioni sulla bioetica, per narrare una storia più che contemporanea. La storia ha infatti per protagonisti cinque esseri viventi, alcuni umani, altri artificiali, che chiusi in una stanza senza mai poterne uscire, lottano per affermare le loro ragioni e avere l'unica cosa che ogni uomo, androide o extraterrestre desidera: più vita.
L’incontro ‘magico’ è stato quello fra Niccolini e le Variazioni Goldberg suonate da Glenn Gould. “Alcuni incontri ti folgorano. E talvolta ti risolvono i problemi – spiega Niccolini -. Quando ho visto Glenn Gould suonare le Variazioni Goldberg, anziano, ingrigito, tutto storto e soliloquiante, ho capito che dentro quella esecuzione avrei trovato la soluzione per uno spettacolo di cui al momento sapevo solo il titolo: Lavori sporchi in ambiente ostile. A dire il vero sapevo anche che c'era una relazione con Frankenstein e con Blade Runner, ma tutto il resto era da capire. Poi quella sedia con le gambe tagliate, una esecuzione lentissima, Gould ingobbito sul pianoforte e che all'ultima nota alza le mani, si arrende. Tutto finito. Un'aria, trenta variazioni, la stessa aria da capo. Mi sono domandato se ero in grado di raccontare una storia ambientata nel futuro prossimo usando una struttura musicale del Settecento: un problema, trenta variazioni su quel problema, e alla fine di nuovo il problema, identico apparentemente, eppure diverso, diversissimo, almeno quanto siamo diversi noi dopo che l'intera storia si è dipanata e ci ha travolto (….)”.
Così, continua a raccontare Francesco Niccolini, “cercando di stare in improbabile equilibrio tra regole musicali e traslitterazioni teatrali, è nato il testo di Lavori sporchi in ambiente ostile che si è meritato il sottotitolo di Variazioni Frankenstein, in onore dei due punti di partenza del lavoro: la musica di Bach e il romanzo di Mary Shelley, anche se poi – nello spettacolo – del capolavoro della ventenne inglese non c'è nulla, a parte una pesantissima eredità: la voglia immorale di creare la vita e, un secondo dopo, la decisione di liberarsi delle creature venute male. Ma quello è solo l'inizio …”
Biglietti in vendita al Botteghino del Teatro Verdi; intero 12 euro; ridotto studenti 7 euro.
Per maggiori informazioni Teatro di Pisa tel 050 941111
Foto Ufficio stampa Teatro Verdi di Pisa