Svanity Fair: tre esercizi di fila in perdita per le Fiere reggiane. Presto una nuova gestione

Tre esercizi di fila in perdita per le Fiere reggiane (azionista unica la resistente Provincia); parte la procedura per una nuova aggiudicazione del quartiere di via Filangieri nel 2018

Tre esercizi di fila in perdita per la gestione pubblica delle Fiere di Reggio Emilia: dopo il rosso nel 2014 (-99.804 euro), quello del 2015 (-120.957) è arrivata anche la perdita di 51.014 euro nel 2016. Un bagno di sangue per la già depotenziata (ma non cancellata) Provincia di Reggio Emilia, che è l‘azionista unico della società di gestione Fieremilia. Non deve stupire quindi che la stessa Fieremilia risulti in liquidazione dal 27 luglio 2017: la fallimentare attività non poteva più proseguire. Ora il concordato di Reggio Emilia Fiere affiderà l’organizzazione degli eventi, attraverso una nuova gara, ad un nuovo soggetto: probabilmente privati, forse la cooperativa la Bussola, che in questo momento ha un contratto fino al 31 dicembre per restare nel quartiere di via Filangieri. L’inventore del Lime Theater Roberto Meglioli ha già fatto sapere di non essere interessato a presentare un’offerta per tornare in via Filangieri. Sarà interessante, tra un anno, vedere dai bilanci come sta andando l’organizzazione di eventi nel quartiere fieristico in questo 2017.

Intanto è già partita la procedura per aggiudicare l’attività nei padiglioni fieristici per l’anno 2018: è prevista una procedura competitiva con una base d’asta di 25mila euro: “Il Liquidatore Giudiziale – si legge nel bando di gara – provvederà alle ore 15.00 del giorno 12 Ottobre 2017 presso la sede dell’Istituto Vendite Giudiziarie in Reggio Emilia, via Giuseppe Saragat n.19 all’apertura delle buste alla presenza degli offerenti, di almeno uno dei membri del comitato dei creditori e del Direttore Responsabile IVG, dott. R. Russo, all’individuazione dell’affittuario, della conduzione di ramo aziendale in caso di unico offerente, o in caso di pluralità di offerenti, a gara con rilanci minimi pari a euro 5.000, che avranno come base d’asta il canone fisso più alto prospettato dalle offerte. Qualora pervenissero più offerte fra di loro omologhe e in sede di gara non vi fossero offerte in aumento, il Contratto sarà aggiudicato all’offerente che avrà consegnato per primo la propria offerta irrevocabile in base alla data ed ora di ricezione registrata dal Commissario Liquidatore ricevente”.

Nel frattempo si deve prendere atto dei numeri di Fieremilia: e questi dicono che il valore della produzione nel 2016 è sceso rispetto all’anno precedente: da 1 milione e 291mila euro a 1 milione e 118mila euro. A raddrizzare la barca non sono bastati i tali alle spese del personale, passati da 210mila euro a 181mila euro. Desolante il quadro che emerge dalla relazione dell’amministratore unico di Fieremilia, Maria Paglia, che nel bilancio 2016 mette nero su bianco: “L’esercizio 2015 purtroppo si è chiuso con una consistente perdita che ha comportato la riduzione del capitale sociale, pertanto, in esecuzione della citata delibera, nel corso del 2016 è stata inviata la comunicazione della risoluzione del contratto con effetto 31.12.2016. L’attività 2016 è proseguita, ma le manifestazioni si sono ridotte ulteriormente rispetto a quelle dei due anni precedenti, rendendo comunque difficile il pareggio dei costi. La precedente notizia della chiusura del quartiere a fine 2015 aveva infatti ulteriormente allontanato gli organizzatori di eventi”.

Il bilancio ripercorre la storia del 2016 al quartiere fieristico, ma tralascia completamente il successo e la sorprendente chiusura del Lime Theater: “Il bando (2017, ndr) è stato vinto da una cooperativa del territorio (La Bussola, ndr) ed ora il quartiere è ancora aperto ed ha garantito le più importanti e storiche manifestazioni fieristiche. Sappiamo inoltre che negli ultimi mesi l’interesse per qualche forma di prosecuzione dell’attività, e non solo per rilevare l’asset immobiliare, è cresciuto ed è probabile che si avvicini la possibilità di una procedura competitiva che non contempli solo l’alienazione degli immobili ma anche dell’attività. Tutto ciò, a fronte di un bilancio che ancora una volta chiude con un risultato negativo, anche se principalmente influenzato dallo stralcio del credito per imposte anticipate, può farci dire con soddisfazione che una missione Fieremilia l’ha portata a termine: quella di mantenere in vita e presidiare il quartiere e l’attività fieristica destinata alla cessazione e dismissione, fino al punto di poter vedere in un futuro ormai prossimo la possibilità di una prosecuzione, per iniziativa privata, dell’attività”.

Nei primi mesi del 2017 – si legge ancora nel bilancio – l’attività ha riguardato prevalentemente la riscossione di crediti, il pagamento dei debiti, la gestione amministrativa e gli adempimenti obbligatori. Con l’assemblea per l’approvazione del bilancio chiuso al 31.12.2016 sarà posto all’Ordine del giorno, nella parte che si svolgerà con l’assistenza del Notaio, anche lo scioglimento della società. Purtroppo la liquidazione dovrà proseguire fino alla riscossione completa dell’ultimo credito, per il quale sono state poste in essere procedure legali di recupero”.

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