Italia: Paese di santi, poeti, navigatori, patrioti sportivi e “selettivi”.
Correva l’anno 2006, l’Italia calcistica giocava la finale dei mondiali a Berlino contro la Francia, e Zinedine Zidane rifilava una capocciata a Marco Materazzi. Sì, vabbé, magari Materazzi aveva istigato, offeso un po’ di parentela del francese, ma tutti d’accordo da questa parte delle Alpi: sacrosanta l’espulsione di Zidane, certe cose si dicono, certe provocazioni fanno parte del gioco, non si può reagire a quel modo. Viva Materazzi, viva l’Italia.
Ora che corre l’anno 2015, che Valentino “Zidane” Rossi si gioca il mondiale di MotoGP, che in Malesia rifila un calcio a Marc “Materazzi” Marquez, di nuovo tutti d’accordo, sì, ma a favore di Zidan…pardon, di Rossi. Che è stato portato allo sfinimento (come Zidane). Marquez ha provocato? Sì, come Materazzi. Rossi l’ha combinata grossa? Sì, come Zidane. Davvero cambia la vita che Rossi il calcio a Marquez l’abbia dato di proposito o solo per allontanarlo? Marquez stava già cadendo, c’è chi è pronto a giurare vivisezionando le immagini, è lui che appoggia il casco alla gamba di Valentino. Perfetto. Ma se sta già cadendo è perché Rossi lo tiene volutamente fuori traiettoria per punirlo delle provocazioni-scorrettezze.
Che poi la pena sia leggera, adeguata o esagerata (Rossi partirà dall’ultima posizione nell’ultimo e decisivo Gran Premio) è argomento di discussione che lasciamo agli esperti, ricordando che comunque Zidane aveva pagato subito con l’espulsione, mentre Materazzi, capocciata subita a parte, era rimasto in campo e ne era uscito immacolato (e campione del mondo).
Riassumendo: quindi?
Quindi noi siamo tifosi di Rossi e speriamo che vinca il mondiale. Marquez e Materazzi non sono dei santi, ma Valentino ha sbagliato, come aveva sbagliato Zidane. Punto.