Firenze – E se il ruolo del Presidente della Repubblica Italiana fosse anche quello di essere una sorta di “riserva della Costituzione” che entra in azione quando il sistema politico istituzionale entra in stallo? Una riflessione che non si può evitare nel leggere il bel libro di Valdo Spini “Sul Colle più alto” che è stato presentato ieri sera nella piazza di Barga , presente tra il pubblico, la Sindaco Caterina Campani. L’iniziativa si è svolta nel quadro degli “Itinerari letterari a Barga” un fitto programma di incontri estivi nel centro più importante della media valle del Serchio.
L’ex ministro ed ex vicesegretario nazionale del Psi ha posto l’attenzione, nel corso della presentazione-intervista moderata dal giornalista Marco Innocenti, sul fatto che il ruolo del Presidente della Repubblica sia sempre risultato determinante quando il sistema politico, bloccatosi, non è stato capace di esprimere soluzioni di governo . “Così è stato anche per il recentemente rieletto Sergio Mattarella cui si deve la chiamata alla Presidenza del Consiglio di Mario Draghi con il suo appello ai partiti a sostenere un governo di salvezza nazionale non ancorato ad una formula politica precostituita – ricorda Spini – che prosegue: ora che il sostegno di talune forze politiche a questa formula è venuta meno e che il governo Draghi si è dimesso, il Presidente della Repubblica ha sciolto le Camere. Si attende il responso delle urne, convocate a tamburo battente per il 25 settembre prossimo”.
Un ruolo dunque complesso quello del presidente della Repubblica, che, oltre alla sua prerogativa di garante, con la Corte Costituzionale, della Carta, può ben essere definito anche “organo di garanzia democratica”, assicurando al sistema il potere di “riavvio” se il meccanismo, inceppato, entra in panne.
“Dalla ricostruzione storica di “Sul colle più alto” – sottolinea Spini- emerge la saggezza della nostra Costituzione almeno da tre punti di vista: il Presidente della Repubblica, Capo dello stato, è dotato di poteri abbastanza flessibili da permettergli di intervenire in caso di crisi del sistema politico-istituzionale; l’alto quorum fissato per la sua elezione da parte delle due camere riunite e dei rappresentanti dei Consigli Regionali ha in qualche modo obbligato a cercare personalità che godessero di un largo consenso tra le forze politiche e parlamentari; la durata settennale del mandato consente di non legare la figura del Presidente ai risultati delle singole elezioni politiche. Infatti, nel caso attuale, il secondo mandato di Sergio Mattarella (2022-2029) va aldilà dei confini temporali della prossima legislatura, che sarà la XIX legislatura repubblicana, eletta per il quinquennio 2022-2027”.
“Tutto ciò – sottolinea Spini- rende di fatto il ruolo del Presidente della Repubblica molto importante per il funzionamento del quadro democratico istituzionale delineato dai Padri costituenti, con il vantaggio di essere “leggero” in tempi di buon funzionamento delle rappresentanze politiche e del legame dei partiti con l’elettorato, “pesante” e fattivo in tempi di crisi istituzionali. Forse per questo oggi, nella situazione in cui ci troviamo è sconsigliabile toccare la figura del presidente della Repubblica per piegarla a un confronto elettorale come quello che lo coinvolgerebbe se si trasformasse la Repubblica da parlamentare a presidenziale. Se da un lato l’elezione diretta del capo dello Stato potrebbe esaltarne la vicinanza al popolo, dall’altro lo legherebbe a risultati elettorali di parte da cui, ad ora, non è in linea di principio , vincolato in quanto, anzi, rappresentante dell’unità nazionale. Al presidente della Repubblica , in particolare da Sandro Pertini in poi, – ha concluso Spini-il popolo italiano ha guardato spesso come il presidio in ultima istanza del rispetto costituzionale e della stessa rappresentanza dell’Italia a livello europeo e internazionale.”