Il “museo di tutti” come soleva definirlo il suo presidente, l’imprenditore Valdemaro Beccaglia, dovrà d’ora in poi fare a meno di lui, e quindi avrà una forza propulsiva ridotta. Perché questo era Valdemaro Beccaglia, nel ricordo di chi con lui ha lavorato, un uomo di una tenacia e di uno spirito incrollabili, che ha scommesso sul futuro del Centro pratese per l’arte contemporanea, senza farsi spaventare da crisi e momenti di incertezza. La ristrutturazione e quindi la trasformazione del Pecci, che, se la fortuna vorrà, avrà presto uno spazio espositiva architettonicamente innovativo e finalmente la collezione permanente disponibile ai visitatori, era il suo sogno principale. Il Pecci rappresentava per lui, che ne era presidente dal 2006, una istituzione culturale da far conoscere nel mondo e attraverso la quale creare rapporti con altre istituzioni italiane. Così è nata la sede di Milano, che tiene un ottimo ritmo espositivo, servendo da vetrina e da eco per il Pecci toscano. Alla nascita del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, nel giugno del 1988, Beccaglia è eletto membro del Consiglio direttivo, dove rimane in carica fino al 1994. In questi anni partecipa alla realizzazione di mostre epocali, tra cui ricordiamo la collettiva di Artisti russi contemporanei (del 1990) e alla realizzazione di opere site pecific come Wall Drawing #736. Rectangles of Color di Sol LeWitt e Senza titolo (Prato) di Barbara Kruger (entrambe del 1993) che diventano veri e propri landmark per il museo e la città di Prato. Nel 2003 e 2004 partecipa con le sue aziende alle edizioni annuali di Spread in Prato, rassegna che diffonde nei luoghi di lavoro opere e installazioni di artisti contemporanei, fruibili da chi vive la quotidianità. Sotto la presidenza di Beccaglia il Centro Pecci instaura nuovi rapporti con il Comune di Prato e con la Regione Toscana, ottenendo da quest’ultima il riconoscimento del ruolo di Museo regionale per l’arte contemporanea. Ci sono stati interessanti accordi e collaborazioni anche con l’Accademia di Belle Arti di Firenze per il trasferimento temporaneo di tre corsi universitari all’interno degli spazi del museo pratese; e con il Ministero degli Esteri per la realizzazione della mostra itinerante Italian Genius Now che dal 2007 ha rappresentato l'Italia in varie capitali del sud-est asiatico e nel 2010 è stata presentata in versione aggiornata all'Expo universale di Shanghai. Per l'avveniristico progetto di ampliamento della sede del Centro Pecci, commissionato dalla famiglia Pecci nel 2006 allo studio Nio Architecten di Rotterdam e finanziato dal Comune di Prato e dalla Regione Toscana, Valdemaro Beccaglia ha lavorato tantissimo nella convinzione che il centro sarà un’icona che guarda al futuro per un nuovo sviluppo di Prato e del suo territorio. Una speranza condivisa da quanti confidano ancora nella forza dell’espressione artistica.
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