Firenze – La campagna di vaccinazione in Toscana? Un disastro, secondo Rifondazione Comunista. “Siamo agli ultimi posti per vaccinazione degli anziani e dei cosiddetti soggetti fragili – dicono da Rifondazione – in una regione che era considerata dal punto di vista del sistema sanitario un modello a livello nazionale. Assistiamo a ricoveri e decessi avvenuti dopo lunghe e infruttuose attese del vaccino. Tutto ciò ha precise responsabilità, prime fra tutte riconducibili a come la giunta regionale ha impostato la campagna vaccinale: si è scelto di disperdere le vaccinazioni con la mancata individuazione della priorità, che avrebbe dovuto riguardare semplicemente chi era più a rischio, cioè persone con patologie pregresse e anziani”.
La nota firmata dalla Segreteria regionale di Rifondazione Comunista ricorda “l’assalto alla diligenza”che si è aperta, “dove – a quanto ci è dato di leggere sulla stampa – sarebbero state vaccinate categorie di persone più forti e meno a rischio. Più forti nel resistere al virus e evidentemente più forti nel fare pressione sulla politica, ottenendo corsie preferenziali senza nessun criterio scientifico. E nel sostanziale silenzio preventivo di chi doveva verificare e denunciare. A tutto ciò si sono aggiunte procedure di prenotazione assurde e subito completamente inefficaci, la mancanza di “liste di riserva” per evitare la dispersione, la mancanza di protocolli precisi per tutta la filiera della vaccinazione. Una responsabilità – eventuale per quanto di competenza – che auspichiamo venga verificata in tutte le sedi opportune. Per questo motivo abbiamo presentato un esposto alla procura della Repubblica di Firenze”.
Parlando di responsabilità politiche, “crediamo siano innegabili le responsabilità politiche – ad di là di quelle eventuali di altro tipo – della Regione ma anche del governo nazionale, che non ha imposto criteri oggettivi e su base scientifica alle regioni con le conseguenze che stiamo vedendo. Emergono due aspetti evidenti: il primo che i tagli e le privatizzazioni del sistema sanitario pubblico in Toscana fatti negli ultimi anni hanno favorito questo disastro, il secondo è che eccessive autonomie differenziate su comparti come la sanità non si possono dare alle regioni, ma programmazione e gestione devono essere nazionali. A fronte quindi di un lassismo del governo nazionale, che non si è sostituito alle regioni inadempienti nella corretta conduzione della campagna vaccinale, il governo stesso ha per giunta inserito il provvedimento sulla autonomia differenziata come collegato al documento di economia e finanza che sarà a brevissimo votato dal parlamento. Oltre al danno la beffa”.
Inoltre, ricorda Rifondazione, in Toscana sono presenti “siti produttivi di eccellenza a livello mondiale nel comparto farmaceutico che potrebbero essere fondamentali per attivare la produzione nazionale dei vaccini e sui quali la giunta Toscana non spinge nelle sedi opportune. Giani e la sua Giunta ci hanno poi messo del loro, un mix di cialtroneria, gestione opaca e di privilegio dell’interesse particolare su quello generale, un elemento che congiunge – dal punto di vista politico e istituzionale, al di là delle eventuali responsabilità penali, – la vicenda vaccini e quella dell’inchiesta anti ndrangheta in
Toscana, con l’emersione di – se verrà confermato – un “sistema” di corsie preferenziali per lobby e poteri forti. In entrambi casi una politica debole e “interessata” pronta a genuflettersi all’interesse di pochi a scapito di quello di tutti”.
Dunque, per Rifondazione, è necessario voltare pagina: “Giani e la sua giunta non sono all’altezza, si dimettano! Su questo obiettivo chiediamo alle cittadine e ai cittadini toscani di metterci una firma, abbiamo lanciato una campagna politica pubblica di raccolta firme che prenderà forma sia nelle piazze toscane che online (all’indirizzo https://www.change.org/p/cittadini-toscani-toscana- campagna-vaccinale-anti-covid-disastrosa-si-dimetta-il-presidente-giani). E’ necessario aprire una pagina nuova dove sanità pubblica rafforzata, controlli e programmazione (non solo in sanità) mettano al centro l’interesse generale. A cominciare da due richieste precise: che le autorità competenti valutino – sia in sanità che nel settore ambientale e degli appalti – interventi ispettivi e sostitutivi e che il recovery plan venga utilizzato anche per il potenziamento di impianti, personale, diffusione territoriale su due settori fondamentali come sanità e ambiente”.