Firenze – Crisi delle banche italiane, meno crediti alle imprese, aumento del rischio usura. A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre che, attraverso uno studio condotto con l’utilizzo di otto sottoindicatori combinati fra loro, rileva che il rischio usura è in fase di crescita, in particolare per le regioni del Meridione d’Italia, ma non lascia indenni neppure le aree del Centro e del Nord.
Nell’ultimo anno infatti, a seguito delle difficoltà in cui versano molte banche italiane, prendendo come riferimento il lasso temporale fra maggio 2016 sul maggio 2015, gli impieghi bancari alle imprese sono diminuiti di 13,8 miliardi di euro.
Una situazione che, secondo la CGIA, “rischia di alimentare l’usura: uno dei fenomeni più destabilizzanti del nostro tessuto produttivo dal punto di vista economico e sociale”. Sono circa 15 anni che l’associazione veneta tiene sotto monitoraggio questa pratica, rilevandone l’avanzata dal Sud al Centro e al Nord.
A preoccupare infatti, sebbene le regioni del Nord in generale vantino un indice “basso” di rischio usura, mentre il Centro arriva a un indice “medio” rispetto al rischio “alto” e molto Alto” rilevato nel Meridione, è il realizzarsi di una serie di variabili che si presentano come il “brodo di coltura” dell’usura.
L’indice del rischio usura è stato calcolato, come si legge nella nota della Cgia, mettendo a confronto alcuni indicatori regionalizzati riferiti prevalentemente al 2015: la disoccupazione, i fallimenti, i protesti, i tassi di interesse applicati, le denunce di estorsione e di usura, il numero di sportelli bancari e il rapporto tra sofferenze ed impieghi registrati negli istituti di credito. Un indice insomma che tiene conto di tutte le situazioni che potenzialmente lo favoriscono.
In questo contesto, la situazione toscana non è certo fra le peggiori, ma riserva qualche sorpresa. Infatti, tenuto conto di un rischio Paese pari a 100, la classifica stilata dalla Cgia mette la nostra regione al tredicesimo posto per quanto riguarda il richio usura, con un indice di rischio pari al 92,4%. Pur essendo molto lontani dalla prima della lista, vale a dire la Campania, che presenta il 157,3 di indice, il dato è ugualmente preoccupante e colloca la Toscana nella fascia di rischio “medio” del Paese. Sopra di noi si piazza l’Emilia Romagna.
“Con le sole denunce effettuate all’Autorità giudiziaria – commenta Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi della Cgia – non è possibile dimensionare il fenomeno dell’usura: le segnalazioni, purtroppo, sono molto esigue. Ciò che pochi sanno sono le motivazioni per le quali molte aziende cadono tra le braccia degli strozzini. Oltre al perdurare della crisi, sono soprattutto le scadenze fiscali o per fronteggiare piccoli imprevisti di spesa a spingere molti piccoli imprenditori nella morsa degli usurai, spesso per importi molto contenuti che non superano qualche migliaio di euro”.