Pisa – Mentre si sta tenendo il tavolo per il contratto aziendale, gli operai della Piaggio, organizzati dall’Usb, sono in presidio sotto la sede di Confidnustria, a Firenze. A spiegare i motivi di questa ennesima iniziativa di protesta, sono i delegati del sindacato. “E’ una battaglia che è cominciata almeno un mese e mezzo fa – spiegano i delegati – e che riguarda in buona sostanza il nuovo contratto aziendale e la volontà dell’azienda di non stare “dentro” le regole che disciplinavano il lavoro dei contrattisti fino ad oggi”.
In sintesi, i contrattisti che venivano impiegati per il lavoro estivo venivano richiamati sempre dal medesimo bacino. Ciò significa che una cinquantina di lavoratori, per 12 anni, sono stati sempre richiamati dalla Piaggio, tutti gli anni, per svolgere l’attività estiva per gli scocoter. Quest’anno, invece l’azienda non ha rispettato le consuetudini e non li ha richiamati. Forse perché c’era meno lavoro? Affatto, rispondono i lavoratori, in quanto l’azienda, di lavoratori alle stesse condizioni, ne ha chiamati circa un centinaio. Ma “nuovi”, vale a dire scartando proprio quella cinquantina di cui, da 12 anni a questa parte, si era sempre avvalsa. Del resto, spiegano ancora dal sindacato, quest’anno questi operai avrebbero dovuto essere assunti a tempo indeterminato, per aver maturato nel tempo i reuisiti richiesti dalla legge, sia la “vecchia”, sia la nuova normativa del Decreto Dignità. A conti fatti, passando la linea della Piaggio, “una conquantina di famiglie vedrebbero crollare le loro basi economiche”, con le conseguenze che ognuno sa. D’altro canto, sul tavolo della trattativa l’azienda ha posto il punto: nessun vincolo su anzianità di “chiamata” per questi interinali.
Ma le rivendicazioni dei lavoratori non si fermano qui. Infatti, la protesta riguarda anche i lavoratori a part-time cosiddetto “ciclico-verticale“. Proprio quello su cui, in questi giorni, il Tribunale di Firenze ha inferto una svolta, stabilendo che l’Inps deve pagare i contributi anche nei mesi di “sospensione”: il fenomeno, che, lo ricordiamo, prevede che all’anno lavorativo non corrisponda la retribuzione per l’intero ma solo per i mesi di lavoro effettivo (finora, non venivano pagati neppure i contributi) riguarda in Piaggio aleno 120 lavoratori, che lavorano nell’azienda per 7 mesi, e vengono messi in “congelatore” per cinque. Come se, in quei cinque mesi, scomparissero.