Urne polemicheCastagnetti guida la fronda contro il Porcellum. Pd diviso

Anche Prodi si schiera per il ritorno al “Mattarellum”
Prodi e Castagnetti

A detta dei più questa è l’ultima occasione per affondare una volta per tutte il “Porcellum”, la disgraziata legge elettorale che ha di fatto estromesso i cittadini dalla scelta dei candidati. Pochi giorni fa sono stati depositati in Cassazione i quesiti del referendum per il ritorno alla vecchio “Mattarellum” e al ripristino i collegi uninominali. Tra i promotori c’è anche il parlamentare reggiano Pierluigi Castagnetti. Ma pur essendo il Porcellum a parole osteggiato da tutti, il referendum ha provocato una spaccatura nel Partito democratico.

La fronda anti “Porcellum”, capeggiata da Castagnetti con Walter Veltroni, Arturo Parisi e Rosy Bindi, ha incassato l’appoggio di Idv e Sel, ma ha trovato fortissime resistenze all’interno del Pd. Contro il referendum si è schierato addirittura il segretario Pierluigi Bersani. “Un partito ha il dovere di presentare in Parlamento la sua proposta di nuova legge elettorale. Il Pd ha già annunciato che lo farà al Senato” ha detto il leader democratico, che ha confessato anche di temere una spaccatura del partito che “sarebbe da irresponsabili”. Di fatto, però, la spaccatura si è verificata. Tra i più decisi oppositori c’è il costituzionalista e parlamentare Stefano Passigli cche ha proposto un contro-referendum per il ritorno al sistema proporzionale puro con la soglia di sbarramento del 4%.

Secondo i fautori del Mattarellum è invece necessario tornare, per utilizzare le parole di Castagnetti, a “una forma di maggioritario-mitigato, senza regali scandalosi di premi di maggioranza che non esistono in nessun altro paese democratico al mondo”. Una posizione che ha trovato un appoggio importante in un altro reggiano, l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi.

PORCELLUM E MATTARELLUM

In estrema sintesi con il Porcellum (definito una “porcata” dallo stesso ideatore della legge, il leghista Roberto Calderoli, quindi così ribattezzato dal politologo Giovanni Sartori) viene assegnato un premio di maggioranza al partito o alla coalizione che prende più voti. E’ prevista  una soglia di sbarramento del 4% alla Camera e dell’8% al Senato. I piccoli partiti sono di fatto estromessi e non sono gli elettori a scegliere i candidati: non c’è infatti voto di preferenza ma liste bloccate di candidati scelti dalle segreterie dei partiti che funzionano da graduatoria per assegnare i seggi.

Cosa singnifica tornare al “Mattarellum“? Il sistema è stato ideato subito dopo Tangentopoli e ha segnato l’inizio della Seconda Repubblica e del maggioritario. Prende il nome dall’ex delputato  Sergio Mattarella ed era un sistema misto con prevalenza maggioritaria: il 75% dei seggi parlamentari erano assegnati con il metodo maggioritario, in collegi uninominali. Per il restante 25% restava il sistema proporzionale fino ad allora in vigore. Agli elettori venivano consegnate due schede: una per il maggioritario e l’altra per il proporzionale; con quest’ultima avevano la possibilità di votare il candidato con una sola preferenza.

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