Firenze – “I sindacati promotori dello sciopero che era previsto per il 5 e 6 giugno hanno deciso all’unanimità di sospenderlo – annuncia il presidente nazionale Uritaxi, Claudio Giudici – dopo lo spirito collaborativo dimostrato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Questo spirito aveva contraddistinto tutta la serie di incontri che avevano avuto inizio lo scorso 8 febbraio, fino a che i rapporti si sono irrigiditi a causa di una serie di inopportuni “spot” istituzionali fatti da Mimit e presidente della Regione Calabria con il management della multinazionale americana Uber, ed il parallelo congelamento del tavolo di lavoro. Il fatto che il Mit abbia convocato un incontro con tutte le rappresentanze taxi, alla presenza del viceministro Rixi, ha rappresentato un segnale politico che segue quello già dato, prima dell’avvio delle tensioni, da parte del vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, il quale si è sempre assunto la responsabilità del tavolo aperto dopo cinque anni dalla promulgazione della legge 12/19. Adesso l’impegno assunto dal Mit è quello di chiudere i decreti subito dopo le elezioni europee“.
“Chi non vuole questi decreti – sottolinea Giudici – sono gli Ncc irregolari e le multinazionali, che vedono nelle regole il loro peggior nemico! Chi vuole questi decreti sono taxi e Ncc regolari, che vedono invece nelle regole una soluzione all’annoso problema dell’abusivismo e della concorrenza sleale di chi, come alcune multinazionali, pretende di far fare servizio di piazza a chi ha regole differenti dai taxi. Questo si chiama semplicemente concorrenza sleale! Quello del trasporto pubblico non di linea è l’unico settore al mondo dove opinionisti, politicanti vari, docenti trascurano che in nessun mercato possa essere accettabile che, mentre degli operatori privati, come i tassisti, hanno precise regole di servizio pubblico a tutela dell’utenza, qualche altro operatore possa fare lo stesso mestiere con regole di favore. Mentre i primi sono infatti sottoposti a delle diseconomie a tutela dell’utenza, come la tariffa amministrativamente calmierata, l’obbligo di servire una data comunità territoriale, l’obbligo di prestazione, l’obbligo di turnazione, le multinazionali pretendono di poter sfruttare Ncc che nessuna di quelle regole hanno. E non le hanno proprio perché non possono fare servizio di piazza”. “Ciò che non si vuol capire – conclude Giudici – è che accettare questa forma di concorrenza sleale porterà alla scomparsa del taxi come servizio pubblico: i tassisti non potranno accettare ancora a lungo che mentre su di essi debbano gravare queste diseconomie, altri possano beneficiare della totale libertà economica”.