Prato – Parola d’ordine ripensare alla città di Prato per renderla un luogo dallo sviluppo sociale avanzato, caratterizzato da una forte coesione civica, con servizi socio sanitari per tutti, un luogo per il dialogo multiculturale e la diversità, con tanto verde per la rinascita ecologica e ambientale, che attragga investimenti e sia al contempo motore di crescita economica.
Una serie di sfide per Prato che partono dalle riflessioni europee sulle città del futuro, che oggi rappresentano i luoghi in cui emergono i problemi: disoccupazione, povertà,
Ne parliamo con l’assessore all’urbanistica del Comune di Prato, Valerio Barberis che spiega a Stamp il Progetto 100 Piazze ovvero il Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile).
“Il progetto 100 piazze ricorda l’impostazione urbanistica di Barcellona, che vide una coesione straordinaria alla fine degli anni ottanta, di scelte partecipate e condivise anche dai settori economici, politico e sociali che confermarono l’identità urbana di quel territorio quale elemento di appartenenza dei cittadini alla loro città, attraverso la riqualificazione del centro storico, e soprattutto dello spazio pubblico con la risistemazione di piazze, aree verdi: parchi, giardini, aree sportive. A Prato ad esempio, dovendo fare alcuni importanti interventi di riqualificazione urbana sulle frazioni intorno alla città, (tutti già finanziati), abbiamo chiesto, ai cittadini di Coiano, Iolo, Narnali, Cafaggio,
In una recente intervista Lei ha parlato che anche a Prato si può applicare il concetto di “urbanistica della crisi”..
“Uno scopo che ci siamo prefissati è quello di far diventare Prato una città europea perché le chance le ha tutte, e dunque la sfida più difficile è il Macrolotto zero. Qui abbiamo,promosso una serie di piccoli interventi a basso costo ma efficaci come l’abbattimento di quei muri che chiudono le strade e che aperti permettono un accesso più facile al Macrolotto,e promosso la riconversione di quei capannoni sfitti (mettendo d’accordo la domanda e l’offerta) in spazi per i giovani artisti che ne facevano richiesta.”
Non è un caso che la riqualificazione del Macrolotto Zero sia un punto importante del Piano Triennale ovvero il PIU (Progetto Innovazione Urbana) con cui si intende dare un vero e proprio segnale politico alla città.
” Questo progetto di innovazione urbana, prevede un investimento di 14 milioni e 500 mila euro,volto a trasformare una realtà come il Macrolotto zero in un quartiere moderno: più verde, con spazi aperti, biblioteche (una media library on-line, espansione della Biblioteca Lazzerini) piazze,luoghi di incontro, piste ciclabili, collegamenti ciclopedonali,un grande mercato metropolitano (circa 800mq), una scommessa che speriamo di vincere perché è un’area ( nello specifico gli isolati presenti tra via Filzi, via Pistoiese e via Colombo dove il margine ovest è delimitato da via Giordano, quello est da una strada interna dell’antico stabilimento Forti) in cui sono presenti molti capannoni industriali, persone di etnie diverse, e quello che andremo a realizzare è un progetto di riuso di spazi ed edifici pubblici. Verranno realizzati tre poli tenuti insieme da degli spazi pubblici,in ogni area sarà costruita una nuova piazza con la presenza di acqua e verde.”
Veniamo ora al parco in pieno centro storico,circa tre ettari che trasformerà tutta l’area dell’ex ospedale Misericordia e Dolce.
“Prato è una città contemporanea, giovane,
Dunque non si tratta di uno spazio chiuso fa mura..
.” Anzi sarà un’area prevalentemente aperta con tre nuove porte di accesso al centro storico:piazza del Collegio,via Santa Caterina e il Nuovo Parco, il nuovo polmone verde di Prato all’interno delle mure trecentesche. Lo scopo che ci siamo prefissi in questi tre anni, conclude Barberis, è quello di mettere insieme le grandi potenzialità che offre questo importante tessuto urbano partendo ad esempio dal valore architettonico e culturale del centro storico,dalla testimonianza piú significativa dell’arte contemporanea con il Museo Pecci, dalla importante tradizione teatrale del Metastasio, ai comparti agroalimentari con il Parco agricolo della Piana: la filiera corta e agricoltura urbana, a quello del tessile e della moda, affinché ne esca una idea di città che vada oltre quella conosciuta e famosa nel mondo ma ormai superata, dell’agglomerato della fabbrica, per rilanciare una nuova immagine di Prato con un ruolo primario nell’area vasta metropolitana, regionale,