Uno su sette non ce la fa: quasi il 16% delle italiche bollette giace insoluto nel mese di febbraio

Quasi il 16% delle italiche bollette giace insoluto nel mese di febbraio causa aumenti spropositati. Parte di privati e piccole imprese al semi-collasso

Sono salite al 15,44% le bollette di energia insolute, cioè non pagate da privati e piccole imprese nel mese di febbraio. È un segnale delle difficoltà che cominciano ad emergere per l’incremento dei costi energetici. Secondo un’indagine di Arte — associazione dei reseller e trader di energia italiani che forniscono 1,3 milioni di contatori — il valore delle forniture non pagate in Italia è passato dai circa 17 milioni di euro di dicembre, pari al 10% del totale mensile, ai 21,5 milioni di gennaio (13% del totale) fino ai circa 26 milioni di insoluto di febbraio, appunto una quota del 15,44%. La ricerca è stata pubblicata sul Sole 24 Ore.

Insomma poco meno di un cliente su 7 fatica oggi a pagare, tanto che i distacchi di fornitura per morosità sono aumentati di oltre il 36% rispetto a un anno fa. Secondo Arte, la situazione è destinata ad aggravarsi perché gli insoluti di febbraio sono legati agli incrementi del costo dell’energia a dicembre. Quando arriverà in bolletta l’aumento registrato a marzo, cioè fra due mesi, gli insoluti aumenteranno, è il timore dell’associazione, secondo il portavoce Diego Pellegrino, citato dal Sole 24 Ore: «Il problema di questo settore è che il consumatore non riesce ad avere una percezione immediata dell’aumento dei prezzi, come avviene per esempio con la pompa di benzina. Nessuno sta dicendo ai consumatori che a marzo le bollette sono aumentate del lo% rispetto a dicembre, in pochi ne hanno la consapevolezza. Noi piccoli trader siamo il termometro di una situazione che sta sfuggendo di mano a tutti. E le conseguenze rischiano di essere devastanti».

Tra i rimedi cono quelli delle rateizzazioni per alleggerire gli esborsi bimestrali di famiglie e imprese: ad oggi le hanno richieste oltre 4 mila clienti, di cui quasi 25 mila utenti domestici, con importi di 7-800 euro in media, che scende a circa 5mila euro per le partite iva e le piccole imprese. Le rateizzazioni sono una modalità prevista dal DI Energia ma c’è un tema di tempi — che non possono essere lunghi per il rientro — e anche di mole delle ratelizzazioni, per le imprese. «Nella fattura ci sono oneri vari come accise, spese di trasporto e dispacciamento che incassiamo e giriamo allo Stato», ha spiegato Pellegrino, «servirebbe una deroga per tamponare la situazione, invece siamo costretti a pagamenti puntuali. Gli incentivi previsti dall’ultimo decreto sono un piccolo aiuto per tamponare l’emergenza ma non risolvono la situazione».

Corriere online

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