Allarme Unioncamere, sempre più imprese in rosso

Aumenta il numero di imprese toscane che chiuderà i bilanci 2012 in rosso. Secondo la stima dell'Osservatorio di Unioncamere Toscana sui bilanci delle società di capitale, in base ad un’indagine condotta in collaborazione con il Dipartimento di Scienze aziendali dell’Università degli studi di Firenze, circa il 20% delle 1500 aziende esaminate, di cui 1200 del settore manifatturiero, chiuderà i propri bilanci con margini operativi lordi negativi. Una quota che sfiorerebbe addirittura il 40%  al netto degli interventi della Cassa Integrazione Guadagni a sostegno dell'occupazione regionale. L’aumento è significativo, se si considera che nel 2011 erano l’8,8% le aziende che presentavano criticità nei propri bilanci. Il peggioramento nei conti economici sarebbe dovuto, secondo i ricercatori, da un lato alla contrazione dei fatturati, dall’altro all’aumento del peso degli oneri finanziari rispetto al fatturato (incidenza stimata all’1,20% nel 2012, dopo lo 0,97% del 2011). «Rispetto ad un 2011 che aveva complessivamente retto alla crisi, seppure con un valore aggiunto diminuito rispetto al 2010 dello 0,9% e nonostante una stagnazione dei ricavi, la nostra analisi riflette invece un nuovo e più brusco rallentamento subito dalle nostre imprese nel corso del 2012 – ha commentato il Segretario Generale di Unioncamere Toscana, Enrico Ciabatti –  Hanno retto meglio quei settori maggiormente legati all’export, che resta l’unico driver che consente alle imprese di andare avanti, e dunque agroalimentare, sistema moda, meccanica e in misura minore il comparto dell’arredo casa».  Le criticità dei bilanci si traducono poi, come sottolineato dai ricercatori, in problemi di solvibilità, in un quadro di crescenti difficoltà nell’accesso al credito bancario. «Analizzando i profili finanziari delle aziende si profila un quadro con più ombre che luci – ha spiegato il Preside della facoltà di Economia, Francesco Giunta – Restano molti problemi sul piano della liquidità dovuti da un lato all’inaridimento dei flussi di cassa, dall’altro alla crescita degli oneri finanziari sul fatturato, riconducibile alla  crescita dei tassi di interesse praticati dal sistema bancario». La previsione per i conti economici 2012 segnala come si generino meno di 4 euro di liquidità a disposizione dell’azienda ogni 100 euro di fatturato (7,3 nel 2011). L’analisi segnala infine come sia calato, nel 2012, il numero di imprese manifatturiere con difficoltà nel coprire il rimborso degli oneri finanziari sui prestiti con i propri flussi di cassa operativi.
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