L’immagine più nitida del passaggio di consegne è un abbraccio tra il presidente uscente Stefano Landi e il suo successore Mauro Severi sul palco del teatro Valli. Per la prima volta a guidare gli Industriali reggiani sarà un architetto e non un imprenditore, segno dei tempi che cambiano e della ricerca di nuove vie per riprogettare l’economia in un momento di crisi profondissima. Davanti a una platea gremita, con in prima fila i rappresentanti delle istituzioni, è andata in scena l’assemblea generale dell’associazione che ha ufficializzato la nomina del nuovo presidente.
Un passaggio di testimone che è avvenuto nel corso dell’evento “Costruire il futuro con le idee”. Questo il titolo del confronto che ha visto gli industriali reggiani impegnati a discutere come rimodellare il sistema economico e sociale italiano secondo un nuovo e diverso disegno. Una tavola rotonda che ha riunito alcuni esponenti di spicco del mondo culturale ed economico: Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore, Giuseppe Berta, economista e professore di Storia Contemporanea dell’Università Bocconi di Milano, Andrea Pontremoli, Amministratore Delegato di Dallara Automobili. Grande assente il presindente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi, fermato da un’indisposizione.
Nel corso del discorso di commiato, Landi ha tracciato un bilancio dei quattro anni di mandato sottolineando i risultati ottenuti sul fronte dell’unità del mondo industriale, facendo riferimento alla fusione con Confapi e alla nascita di Unindustria: “Il primo gennaio 2013 – ha detto – è finalmente caduto il “muro” che per oltre cinquant’anni ha diviso l’imprenditoria reggiana”. Landi ha poi rivendicato i progressi fatti nel campo dell’innovazione, del welfare aziendale e della governance, ma ha anche fornito le cifre di una crisi sempre più profonda: “L’attività industriale si è ridotta di un quarto. Il Prodotto interno lordo è diminuito del 9%. Gli investimenti sono crollati del 26% raggiungendo il livello più basso dal dopoguerra. Sette milioni di italiani sono senza lavoro: una cifra doppia rispetto a quella registrata sette anni fa.Le famiglie hanno tagliato sette settimane di consumi, equivalenti a 5.000 euro all’anno. Non c’è stata una guerra, ma i danni economici causati dalla crisi equivalgono a quelli di un conflitto”. Allo stesso tempo, però, il tessuto economico reggiano mostra segnali di tenuta: “A Reggio Emilia, infatti, i disoccupati sono il 6%, contro il 13% della media nazionale; mentre la disoccupazione giovanile non arriva al 18% contro il 40% del Paese”.
Duro l’affondo del presidente uscente contro la burocrazia e i mali di un Paese che sembra fare di tutto “per ostacolare la ripresa”. Ma la conclusione, con le parole di San Francesco, lascia spazio alla speranza: “Cominciamo col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E, all’improvviso, ci sorprenderemo ad aver fatto ciò che appariva impossibile”.
Inizia l’era Severi
Inizia con un abbraccio tra Stefano Landi e Mauro Severi il nuovo corso di Unindutria. Due i principali ambiti di azione annunciate dall’architetto nel primo discorso da presidente: “Il primo è quello riferito alle imprese; il secondo è quello riconducibile al sistema locale”.
Nelle prossime settimane – ha detto Severi – m’impegnerò per formare una squadra di imprenditori preparati e, soprattutto, motivati a impegnarsi a beneficio delle imprese, del lavoro e della nostra comunità. Insieme ci sforzeremo per guardare con “occhi nuovi” ciò che è già davanti a noi. Un esercizio fondato, prima di tutto, sul ripudio di quella ideologia del pessimismo che rappresenta oggi uno dei grandi mali del Paese”. E dopo avere ribadito la centralità del ruolo mediopadano di Reggio, il nuovo presidente ha annunciato quelle che saranno le sfide del suo mandato: “Dobbiamo iniziare a mettere in rete i nostri capoluoghi, le loro politiche, le loro università, i loro servizi, le loro imprese, le loro associazioni, i loro cittadini. Quando un ecosistema complesso riesce a focalizzarsi su alcune sfide precise, crea le condizioni per mettere a fattor comune le eccellenze e le specializzazioni di cui già dispone, spesso senza averne piena e diffusa consapevolezza”.
“Penso alla riorganizzazione dei piccoli comuni; – ha detto ancora Severi – al ridimensionamento delle province; alla ridefinizione delle autonomie delle regioni, alla riforma del sistema camerale o, ancora, all’istituzione della già richiamata area metropolitana collocata quasi ai nostri confini. Nei giorni scorsi ho letto con attenzione il Documento di programma della nuova amministrazione di Reggio Emilia guidata dal sindaco Vecchi. Esistono, sicuramente i presupposti per una fattiva collaborazione”.
“Nell’ambito delle numerose indicazioni condivise mi limito a ricordarne due: il Tecnopolo e Reggio Emilia Innovazione che, nel loro insieme, configurano, con la stazione Mediopadana, i più importanti progetti che la nostra comunità si è data in questi anni”.